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I PASSI SULL'ACQUA DI CINZIA DELLA CIANA

29/05/2017, 09:07

Cinzia Della Ciana, dopo il fortunato esordio in narrativa con i racconti “Quadri di donne di quadri” (Aracne, 2014) e  l'ancora più apprezzato romanzo familiare “Acqua piena di acqua” (Effigi, 2016), è approdata al recente Salone del libro di Torino  con la raccolta di poesie dal suggestivo titolo “Passi sui sassi” (Effigi ,2017).

L'autrice spiega che in realtà  il suo non è stato un passaggio vero e proprio dalla prosa alla poesia, perché in lei la poesia c'era già e c'è sempre stata, semmai si è trattato di un suo prendere consapevolezza di avere un linguaggio  lirico anche nella prosa.

A Della Ciana non è mai interessato scrivere per raccontare una storia, ma piuttosto per evocarla con le parole.  “Far entrare il mare in un bicchiere” direbbe Calvino attraverso l'uso della parola. Una parola non comune,  ricercata, sonora, da accostare ad altre, da far cozzare con altre, smontare nel verso che mantiene ritmica, fino all'ardire di coniare parola nuova. “Del suonar colle parole” è il moto dell'autrice.

Acqua piena di acqua”, come “Menzogna e sortilegio” di Elsa Morante,  finisce con una poesia che naturalmente ora sfocia in un fiume di poesie. Un fiume che da nastro diventa strada. O meglio  un “cammino”, “la route” dove i passi incalzano attraverso quella parola  incisa in suoni vibranti di echi profondi che lucida sassi e disegna mete in divenire. Passi, dunque, che si posano sui sassi, seguendo un mantra che vuole il sasso come seme lanciato e non pietra che oscilla.  Equilibrio è camminare avanti.

La raccolta è  articolata in cinque sezioni. Attraverso passi “scorticati” si arriva a stazionare su particolari “sassi” che consentono quella contemplazione che dà energia per andare “a spasso” in luoghi significanti e, quindi, per “sorpassare” i picchi degli acuti sassi, fino ad issare gli occhi sulle sassaie lungo le rive più franose del fiume.
Perché la vita torna ad essere per il poeta acqua.

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