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DAVIDE CASU, PREMIO "RAFAEL SARI" PER LA POESIA CATALANA

02/10/2014, 17:54
Alghero, Biblioteca comunale, il sindaco Mario Bruno premia il poeta Davide Casu

Recentemente ad Alghero, isola linguistica catalana dell’isola di Sardegna, si è svolta la cerimonia della XXXI Edizione del Premio “Rafael Sari” .

La Giuria, presieduta dalla professoressa Maria Antonietta Salaris, ha conferito il Primo Premio per la poesia inedita al giovane artista Davide Casu per la poesia “Torì-Torino” che qui riproduciamo in catalano con la traduzione in italiano dello stesso autore.
Nella motivazione si legge, tra l’altro che i versi  esprimono l’incapacità ed il malessere interiore di un giovane che è costretto a vivere lontano dalla sua casa. Ma il finale è certamente di apertura alla speranza ed alla vita.

Davide Casu è autore di romanzi, tra cui “Cabudianas” (ed. Nemapress) protagonista delal Rassegna culturale di Ostia di metà ottobre 2014; cantautore e pittore, esprime in varie modalità la sua visione del mondo orientata verso il rispetto della natura e della tradizioni.

Torì

Jo frastomava carqui deu
era istiu i devallava la neu
al cor meu
la rena, lu cel tot era feu
sol i endefès era una nau
en mig de una marina que no té pau.
Jo beneiva la mort
no teniva redossu, nimancu un port
malasort
una xalupa de abraços, de confort
pero ara forsis so canviat
un maestral me n'ha tret lu meu ambat
és buffant lu vent
per mossigar un dia somrient
per veure si lu cor ès viu
si encara plora o si s'en riu
Jo que escopiva aquellos anys
amb la llengua bruta de malans
i de cants
que sonavan la vida i lu mon:dos campasants
pero ara so content
ara que ès buffant lu meu vent

 

Torino
 

Io bestemmiavo qualche dio
era estate e scendeva la neve
nel cuore mio
tutto era orrendo, la sabbia ed anche il cielo
solo, indifeso, era una nave
in mezzo ad un mare senza pace.
benedicevo la morte
senza riparo, senza un porto
malasorte.
una scialuppa d'abbracci, un conforto
ed ora forse son cambiato
ché il maestrale ha cacciato il temporale.
Io che sputavo su quegli anni
con la lingua sporca di malanni
e di inni
che suonavano il mondo, la vita, come camposanti
però adesso posso essere contento
ora che soffia il mio vento

 

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