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"VERS'AMORANDO", IL RITORNO ALLA POESIA DI FRANCESCO AGRESTI
22/02/2018, 19:00
Chi pensa che la poesia sia noiosa o peggio incomprensibile, per ricredersi deve leggere assolutamente l’ultima silloge di Francesco Agresti, “Vers’amorando” (LietoColle, pag. 120, 13 euro).
Giornalista e scrittore, romanziere e poeta, nel 1988 ha fondato con Dacia Maraini il Premio internazionale di letteratura “La cultura del mare” e sempre con la Maraini nel 2004 ha fondato il Premio Internazionale di Poesia Pierpaolo Pasolini.
La fedeltà alla poesia del suo autore, nella raccolta si dipana in luoghi autobiografici, in tempi disseminati su e giù negli anni. Ma credo che una delle doti più importanti- ed evidenti- del dettato poetico di Agresti sia proprio il saper coinvolgere il suo lettore, tanto che alcune esperienze riportate in verso, sembrano esperienze anche del nostro vissuto.
Agresti ha la capacità di catturare con la poesia elementi/emozioni quasi unificanti il lettore con l’autore.
C’è chi ha scritto che una volta pubblicato un testo, un bel testo, non è più dello scrittore ma interamente di chi lo legge. Così è per “Vers’amorando”: le istantanee della natura, molto spesso natura marina, i momenti magici dell’alba e del tramonto, le parole sussurrate alla donna amata.
Su tutto arpeggia la grazia di un sentimento amoroso che riveste la natura, ma anche la vita urbana, il mare le strade cittadine e di paese.
Certo una presenza femminile ricorrente ci porterebbe a definire la poesia di Francesco Agresti come poesia amorosa, e in questo senso ci conduce anche il titolo dell’intera raccolta.
Ma spesso il tu allocutore si con-fonde con una alterità più universale e quasi impersonale. Non è forse quello che fa una donna, un vero amore, trasportare l’amato sul cuore dell’essenza stessa dell’amore? Sfidando il tempo, oltre il tempo e la vita stessa.
Qualche esempio di versi belli, riusciti, che amerei ascoltare recitati a voce alta, magari interpretati da un bravo attore:
“E’ nell’ora estrema del giorno
Che mi appari. Quando il mare è un solo abbrivio:
un’emozione controvento,
al fondo della quale ci sei tu
con il tuo sorriso suadente
che dice più di mille baci”
(da “Ed anche il sole”)
L’innocenza dei tuoi occhi
Porta lontano, verso cieli più limpidi
Dove le emozioni restano tali
E il mondo si intenerisce.
La freschezza delle nuvole
Accarezza il tuo viso ispirato al bene
E pronto a cogliere la bellezza del creato
Che in te si specchia e si completa.
(da “La bellezza del creato”)
Guardarti
prima del tramonto
quando ti bacia il sole
per il suo ultimo saluto,
è un palpito
che mi porta via.
A nulla valgono
Le campane a festa
I vespri, le novene,
la pace che sciama
silente dentro i vichi ed il borgo
con i suoi antichi colori”
(da “Guardarti”)