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Le grandi protagoniste della narrativa deleddiana: le sorelle Pintor (prima parte)
In "Canne al vento" con Ruth, Ester, Noemi e Lia tutte le variazioni del femminile
25/07/2014, 19:58
da “Canne al vento” (1913)
Le Sorelle Pintor
“Così sedute le tre sorelle si rassomigliavano in modo straordinario; solo che rappresentavano tre età differenti: donna Noemi ancora giovane, donna Ester anziana e donna Ruth già vecchia, ma d’una vecchiaia forte, nobile, serena”.
Ruth, la calma accettazione del destino
Ruth è “Una donna bassa e grossa, vestita di nero e con un fazzoletto bianco intorno al viso duro nerastro (…) le grosse gambe coperte di calze turchine (…) i denti intatti sotto il labbro scuro di peluria”. Il suo, come quello delle sorelle, è un nome biblico e anche la Ruth deleddiana, come la Ruth della Bibbia, è pacifica, fedele al suo ruolo e alla sua famiglia. Poiché è la più vecchia tiene le chiavi di casa anche se ormai “non c’era più nulla da custodire”. La occupano i lavori di cucina: gramola la pasta inginocchiata su una tavola bassa e soprattutto prepara ed offre il caffè, segno di ospitalità. Nonostante la sua età, è timida e non prende mai posizione. Si rimette nelle mani del destino. Don Predu, il ricco cugino che da vent’anni non entrava in casa Pintor, da quando cioè Lia era scappata, ne scopre insieme a Noemi il cadavere. La morte di Ruth rappresenta un vero e proprio colpo di scena: in quella occasione, infatti, don Predu si innamorerà della cugina Noemi e in seguito potrà sposarla salvando così dalla rovina la dinastia Pintor.
Ester, l’operoso nubilato
Ester rappresenta la devozione popolare, infatti, fin dall’inizio della storia, è presentata di ritorno dalla messa . Mentre Ruth resta a casa, Ester segue tutte le funzioni religiose nella Basilica. Ma non è una bigotta che si estranea ai problemi economici della conduzione familiare. Anzi, è lei che tratta gli affari dei Pintor anche se non è la sorella maggior. E’ Ester a dare il consenso per la vendita del poveretto, è lei che discute sulla paga di Efix. Ha un ruolo determinante per l’arrivo a Galte del nipote Giacinto che però contraccambierà tale generosità falsificando la firma di zia Ester nelle cambiali dell’usuraia Kallina. Accoglie di buon grado il proprio nubilato assegnatole dalla sorte Allegra, ottimista, ordinata, molto credente, operosa anche nei più umili lavori casalinghi come lavare il grano prima di mandarlo alla mola, Ester è spesso ritratta in un gesto simbolico di grande dignità: acconciarsi lo scialle sulla testa. Sarà lei a chiudere gli occhi a Efix e a porre “un fiore di geranio dal pozzo”sul suo corpo.