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Ma non è mica la nostra Grazia!

26/10/2015, 20:07
Grazia Deledda

Voglio raccontare agli amici della mia rubrica, un fatto di cui sono stata testimone e che mi ha lasciato a dir poco allibita prima e ragionevolmente indignata dopo. Mi spiego.
Una ventina di giorni fa sono stata invitata a Roma nella sede dell’Accademia dei Lincei per la presentazione dei due volumi sui Premi Nobel italiani, ovviamente per tutte le categorie onorate dal Premio. La pubblicazione presentata dal Rettore Magnifico dell’Università di Bologna era a carico del segretariato europeo per le pubblicazioni. A noi infatti c’è stato anche distribuito il progetto presentato al segretariato la cui selezione ha reso possibile i costi per le ricerche e la stessa pubblicazione. Ogni Premio Nobel è presentato da uno specialista in gran parte docenti universitari gravitanti intorno all’ateneo bolognese o comunque vicini al comitato scientifico. Potete capire che la mia attenzione è subito corsa al capitolo dedicato a Grazia Deledda. La firma dello studioso mi era nuova in quanto non ho trovato mai sue indicazioni sulle bibliografie deleddiane: il professore Riccardo Stracuzzi che insegna all’Università di Ferrara, tra i suoi scrittori in bibliografia vedo Carlo Emilio Gadda ed altri, ma non la nostra “Grazietta”. Non vorrei addentrarmi sull’aspetto critico, perché credo che ogni studioso sia libero di impostare la sua ricerca seguendo i propri criteri di giudizio estetico-ideologico. Infatti personalmente non avrei impostato il capitolo su Grazia Deledda nel modo con cui lo ha portato avanti il professor Stracuzzi. Ma, ripeto, potrei sollevare le mie perplessità in altra sede critica. Qui mi preme invece evidenziare una grave manchevolezza o perlomeno gravissima superficialità: alla fine di ogni profilo, ci sono due o tre pagine di galleria fotografica, ebbene sopra la didascalia - Ritratto giovanile di Grazia Deledda - c’era la foto di un’altra giovane donna! Mi pare Matilde Serao. 

Comunque è l’immagine che compare anche cliccando su Google nella ricerca di ritratti di Grazia Deledda. Ora se la superficialità e l’inesattezza può essere accettata come un pegno da pagare per la moltitudine di informazioni che ci regala la rete, è inaccettabile che questo errore sia incorso in uno studio scientifico con tanto di pedigree e finanziamenti pubblici. Ciò dimostra ancora una volta quanta ignoranza ci sia intorno al nostro Premio Nobel, l’unico femminile alle lettere italiane. Questo ancora ci rende consapevoli di come sia necessario vigilare perché simili inesattezze dimostrano quanta strada ci sia ancora da percorrere soprattutto in ambito accademico-universitario per la corretta conoscenza di opere letterarie e dei loro autori. E poi con tante belle e suggestive immagini della nostra Deledda, perché scegliere anche una caricatura seppur del noto artista sardo Biasi?

Neria De Giovanni
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