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GRAZIA DELEDDA A STOCCOLMA, SUL TRENO DEI NOBEL
03/04/2015, 12:44Grazia Deledda viaggia nel vagone di coda del “Treno dei Nobel” così chiamato il treno che arriva a Stoccolma passando per il tratto di mare Sassnitz – Trelleborg.
Lei è seduta in fondo alla carrozza, accanto al finestrino e vicino a lei, premuroso il marito Palmiro Madesani. Grazia Deledda è una donna minuta, dai capelli bianchi, il marito più alto e poderoso.
E’ in viaggio tra tre giorni, sempre da seduta.
Fuori la affascinano le fattorie dalle grandi finestre scintillanti, i laghi gelati, il nero degli abeti e delle betulle. Quelle distese quasi disabitate, le fattorie isolate, le ricordano le campagne della sua Sardegna.
Il viaggio l’ha molto provata e accusa un forte mal di testa. Di lì a pochi mesi, nel marzo del 1928, sarà operata di tumore alla mammella e già la malattia si fa sentire.
L’inviato del quotidiano Dagens Nyheter sale sul treno ad una stazione prima di Stoccolma per un’intervista. Lei lo accoglie ma non parla subito di letteratura, invece chiede spiegazioni per quelle fattorie che paragonate alle case dei pastori e contadini sardi, sembrano proprio ville padronali. Non si meraviglia della neve perché dice che anche nella sua Nuoro le notti di inverno sono gelate.
All’arrivo alla stazione centrale di Stoccolma sono le 18,45 dell’8 dicembre 1927, c’è in corso una eclisse di luna che getta una eccezionale oscurità. Le fanno una fotografia di gruppo e d’occasione: in questa foto Grazia è seria, vestita con un cappotto un po’ fuori moda, a metà polpaccio, col bavero di pelliccia rialzato, il cappello a falde strette calcato sino alle sopracciglia, sciarpa, borsa e calze chiare, e solide scarpe con stringhe. In mano un mazzo di astri bianchi e garofani rossi. Intorno a lei, elegantissimi, il segretario dell'Accademia Svedese, Carl Axel Karlfeldt, l'ambasciatore italiano principe Ascanio Colonna e signora, il signor Raimondo Longo, presidente dell'Associazione dei fascisti italiani in Svezia, e il marito Palmiro Madesani.
Tutti più alti di lei, modesta e tranquilla col suo mazzo di fiori e il suo mal di testa.