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DALLA ROMANIA STEFAN DAMIAN PER GRAZIA DELEDDA

13/11/2024, 13:10

Lo scorso mese di ottobre ha avuto luogo la Conferenza Grazia Deledda - immagine della Sardegna, del professore universitario e traduttore italiano Stefan Damian  presso Carture tradti Cluj, Casa Hintz (via Re Ferdinand 1).

Insieme la prima presentazione dei volumi :  La Chiesa della Solitudine di Grazia Deledda., tradotto da Stefan Damian, La traccia di Stephen Damian. Presentazione: Ion Noja Ospite: Vasile G. Dâncu.
Organizzatori: Carture an ăti, Casa Editrice Scuola Ardelean.
 L'evento rientra nel ciclo di conferenze: Casa Editrice Scuola Ardelean 10 anni dopo la sua istituzione.
Stefan Damian sulla Chiesa della Solitudine: la letteratura deleddiana è difficile da inserire in una certa corrente e soprattutto in quest'epoca. L'attenzione riservata al passato, al piccolo spazio dell'isola (con accenti che ricordano la corrente macchiaiuolica fiorentina e non solo), alla famiglia, all'individuo nei rapporti quotidiani con gli altri, alla lotta tra bene e male, alla necessità di rinunciare come vendetta per un peccato di suo o ancestrale e. b. apparecchiature per l' gli dà un carattere speciale. Tutti questi temi, le presenze migratorie da un romanzo all'altro, illustrano il fatto che l'autrice ha voluto e riuscito a richiamare l'attenzione su realtà territoriali e particolari entità spirituali, che in un certo senso ha padroneggiato e alle quali ha dato luminosità nella più ampia e variegata cornice di letteratura nazionale sin dai primi giorni. decenni del XX secolo
Alina Hucai su The Trace of the Grove: Un bildungsroman, un libro di formazione e conoscenza di sé, ma anche un romanzo-documentario di un'epoca turbolenta nella storia della Transilvania, l'azione che si svolge prima e dopo le due guerre mondiali, quando il Banato multietnico, un tempo provincia del L'Impero austro-ungarico, in seguito ai trattati firmati, fu diviso nei tre stati nazionali: Jugoslavia, Romania e Ungheria. Sullo sfondo dei disordini interni, sta cambiando anche il destino del notaio rumeno Tito, ingiustamente perseguitato per aver sostenuto l'elezione di un sindaco della sua stessa etnia, in tempi in cui chi è al potere aveva dimenticato i valori liberali proclamati dall'imperatore.

 

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