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S’ASPRU INCONTRA GRAZIA DELEDDA, di RITA SALARIS
09/06/2022, 17:17
Pareva davvero, ieri pomeriggio, che Grazia Deledda, nella sua semplicità e riservatezza tipicamente sarda, di quella sardità ricca di dignità e compostezza, avesse voluto far visita a uomini che devono inseguire il sogno di una libertà da riconquistare. Con la stessa tenacia, con la stessa consapevolezza dell’obiettivo da raggiungere, che la scrittrice nuorese ha perseguito nel corso di tutta la sua vita.
Neria De Giovanni, saggista, scrittrice, giornalista-pubblicista, ritenuta la più profonda ed esperta conoscitrice di Grazia Deledda, di tutte le sue opere, di tutti i suoi personaggi, soprattutto quelli femminili, di tutti i luoghi in cui “Graziella” come la stessa Neria più volte l’ha nominata, ha raccontato di una donna di fine Ottocento, una bimba alla quale è stato negato il prosieguo negli studi scolastici, seppure la sua stessa insegnante la ritenesse particolarmente incline alla scrittura, allo studio in genere.
Neria, che ha dedicato ben 17 libri alla scrittrice, ci ha fatto immergere nel mondo di Grazia, lo ha fatto trasmettendoci tutta la sua passione, tutto il suo evidente amore nei confronti di questa donna che, a tutt’oggi, è l’unica scrittrice italiana alla quale è stato conferito il Nobel per la Letteratura nel 1927. Un amore per niente reverenziale, un affetto quasi “familiare” che Neria ha voluto dimostrare con tutta sé stessa: con la sua profonda conoscenza di Grazia Deledda persona, di Grazia Deledda scrittrice, di Grazia Deledda cittadina di Nuoro prima e di Roma poi; soprattutto di Grazia Deledda DONNA. Una donna che seppure varcato il mare per aprire i suoi orizzonti dalla Penisola, ha sempre portato con sé le sue origini sarde, mai dimenticando neppure per un attimo usi, costumi e tradizioni delle sue forti radici.
A Neria un grazie particolare: hai condiviso con noi la tua amicizia e sorellanza con Grazia e con tutti i suoi personaggi femminili, quelle donne che hanno amato la loro terra, la loro famiglia, gli uomini ai quali hanno spesso immolato sé stesse; donne che seppure costrette a una vita disgraziata hanno cercato, e spesso trovato, il riscatto. Neria, ci hai permesso di abbracciare Grazia consegnandocela come donna a noi vicina e non irraggiungibile; ci hai consentito di scrutare dentro le istantanee di vita quotidiana di una Sardegna che non c’è più ma che vive nei racconti della Deledda. Ci è parso che la biblioteca di S’Aspru si animasse della presenza di Olì-Rosalia, Le sorelle Pintor, Maria Maddalena, Maria Noina, Marianna Sirca e Cosima, nient’altro che la stessa Grazia Deledda nel suo ultimo romanzo autobiografico.
Neria De Giovanni ci ha presi per mano e ci ha portato con sé verso la Chiesa della Solitudine, a Orune, a Galtellì… lo ha fatto con semplicità e dolcezza, ci è stata vicina raccontando con trasporto ed emozione di una donna che ha inseguito un sogno per tutta la vita raggiungendo infine – con grande successo – l’obiettivo prefissato: essere una scrittrice. Neria ci ha donato la sua emozione nel narrare degli istanti finali della vita di Grazia Deledda e nel declamare uno dei monologhi del suo ultimo libro, Le donne di Grazia, quello che immagina pronunciato da Cosima, alter ego della Deledda: cuore bisogna avere, null’altro! E tu, Neria, il tuo cuore ce lo hai messo tutto nel portare fra noi Graziella, una donna osteggiata, a volte denigrata, che, con la forza delle sue radici, ha realizzato il suo sogno di donna intellettualmente libera, stimolo questo che è aria pura negli uomini e nelle donne che calcano la Terra d’Incontri di S’Aspru per raggiungere la LORO Libertà.
IN foto: padre Morittu, l'attrice Teresa Soro; i volontari amici di S'Aspru , Rita Salaris e Tullio