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IL PRETE E IL TESORO MALEDETTO

Una "confessione" poco nota di Grazia Deledda a proposito della ricchezza di famiglia...

13/01/2019, 16:31
Grazia Deledda

Nel 1894 Grazia Deledda pubblicò sulla rivista romana “Natura e arte” alcuni articoli con il ricavato delle sue ricerche etnologiche svolte nel nuorese su proposta del Conte Angelo De Gubernatis che era anche il direttore della rivista.
 

Prezioso e ricchissimo è l’inventario di credenze, leggende, rituali profani e riti sacri,  metodi di medicina popolare, scongiuri e bestemmie, preghiere e giochi infantili, che la Deledda ci ha consegnato, tra cui il racconto di come i preti venissero considerati molto potenti anche per il loro presunto contatto “privilegiato” con i diavoli.
 

A questo proposito la scrittrice ci racconta un episodio in cui lascia trapelare come la sua stessa famiglia sia stata in qualche modo beneficata dal ritrovamento di un denaro la cui provenienza era attribuita al commercio col diavolo da parte di un parente prete!
 

Ecco il testo deleddiano: “I sacerdoti, per mezzo dei loro libri sacri, son creduti quasi onnipotenti. Però, usandone con malizio o per odio personale o peer  vendette pagate, si dannano in anima e in corpo, cioè il demonio, che li ha favoriti, si impadronisce, dopo morte, persino del loro corpo. Hanno legioni di diavoli al loro comando, eatal proposito ci ricordiamo un fatt detto, tra i moltissimi, dal popolino nuorese. Viveva negli anni passati un certo canonico Florios, uomo dotto e intelligente, di cui si conserva viva memoria a  Nuoro. Per pèotenza dei libri sacri esso aveva a sua disposizione un gruppo di demoni. Non volendo adoprarli a far del male li mandava sempre al “mare di Dorgali”, cioè a Cala Gonone, a cercar dell’oro. Così quando morì il canonico Floris, i suoi eredi si ripartirono le sue monete a decalitri, benchè una grande quantità fosse già passata in mani di un nipote prediletto al canonico, e precisamente al dì padre della scrivente”.
 

Non mi sembra che molti critici abbiano sottolineato questa dichiarazione che scritta da una ragazza di 23 anni, tanti ne aveva allora Grazia Deledda, forse potrebbe risultare frutto della sua fantasia.

Oppure realmente in casa Deledda si credeva che una certa eredità avuta dallo zio, canonico Floris, avesse una provenienza diabolica?

NERIA DE GIOVANNI

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