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Assaggio n.17: MINO GABRIELE, LA MOSSA DEL DIAMANTE, ROMA, LIBRERIA EDITRICE ASEQ, 2020, Euro 14
19/12/2020, 13:14Nella semioscurità della stanza, dove pochissimi raggi filtravano dalle tapparelle delle finestre, si presentò uno spettacolo strabiliante. Centinaia di diamanti, di diverse dimensioni, lucidati, multicolori, tutti purissimi e trasparenti […] Captavano atomi di luce a noi invisibili e restituivano prodigiosi arcobaleni.
Nel suo studio si entrava in un’altra dimensione, quella dei libri, dove il tempo è obliquo, impalpabile, dal sapore di eterno e di fragile illusione. Nei libri – diceva- si svolge ed è impressa la memoria di tutte le cose pensate, sognate, dette, e fatte fin dai tempi più lontani… Eppure sono tutte cose pronte ad essere rianimate, perché di nuovo vivificabili dalla fantasia: il ricordo può divenire l’emozione di una nuova concreta presenza. Le pagine di un libro riflettono, negli occhi di chi legge, segni e figure, le parole e le sillabe da cui siamo nati e che ancora ci allattano, in una catena di storie che senza fine ne innescano altre.
L’estremo valore delle pietre preziose è tutto lì, nel loro muto sposalizio con la luce, con i suoi raggi, con il caldo fulgore del cielo: sprigionandone i colori sembrano esse stesse vita, paragonabili a minuti, freddi scrigni che ne custodiscono l’intimo seme
La morte irrompe sulla scena subito, nelle primissime pagine.
Siamo a Venezia, un’antiquaria viene trovata morta nel suo negozio con la testa insanguinata e una collana in bocca stretta tra le dita.
Il protagonista Marco Fleury, un esperto di gioielli e investigatore per caso, è affiancato nella risoluzione dell’enigma da Laura Banti, una giudice che dai tempi del liceo gli ha rubato il cuore.
Le due città teatri dell’azione, Venezia e Firenze, si intrecciano tra calli umide e silenziose e scorci di colline verdeggianti al profumo di crostini caldi di baccalà mantecato e castagnaccio aromatizzato al rosmarino rigorosamente accompagnati da calici di buon vino.
Il mistero dell’uccisione si dipana tra continui colpi di scena, al lampo delle suggestioni oniriche e al brillio bianco screziato di giallo del Fiorentino, il diamante dei Medici.
Gabriele intriga il lettore alternando una scrittura tecnica, da fine conoscitore della materia, con quella emotivamente più coinvolgente.
Ecco, quindi, cosa accade quando un raffinato accademico, docente di Iconografia e Iconologia, profondo conoscitore di testi antichi, affascinanti per contenuti e immagini, decide di cimentarsi nella costruzione di una storia intricata e arcana come un misterioso mobiletto dalle aperture segrete, lo stipo piccolo e magnifico.
Un gioco che ci regala una matrioska di monili letali e principi alchimistici sullo sfondo di mummie stregate, sogni e deliri.
Romanzo di esordio, una lettura piacevolissima. Da non perdere.