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GIORGIO MANGANELLI E IL CARATTERE VISIONARIO DELLA LETTERATURA

07/01/2025, 17:34

Roma. 1969-1987. La letteratura trattata come centrale diventa molesta, perché tutto ciò che è centrale è intollerabile; diventa centrale solo quando si capisce che è periferica. Probabilmente dal 1958, il 36enne povero scrittore Giorgio Manganelli (Milano, 1922 - Roma, 1990) inizia a frequentare lo psicoanalista apolide Ernst Bernhard (Berlino, 18 settembre 1896 - Roma, 29 giugno 1965), non lo può pagare e lui gli insegna comunque a mentire. Nel 1973, di fronte a una platea di psicologi e studiosi (convenuti per discutere di Jung nella cultura europea), Manganelli pronuncerà una memorabile apologia dell’incubo profondo, del carattere luciferino e visionario della letteratura, dell’isolamento sociale dello scrittore. Le conversazioni con Caterina Cardona, un ventennio di articoli e interviste su quotidiani e periodici, vengono ora raccolti quasi in un unico saggio tematico sull’inconscio e la letteratura “Il vescovo e il ciarlatano”: biografie illustri e casi clinici, sogni e simboli.

Il vescovo e il ciarlatano. Inconscio e letteratura: l’incontro con Ernst Bernhard
Giorgio Manganelli
Articoli, discorsi, interviste (spesso dal testo dattiloscritto)
Postfazione e cura di Emanuele Trevi
Sellerio Palermo
2024
Pag. 188 euro 14

 

VALERIO CALZOLAIO

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