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Il Premio Strega 68 anni ma non li dimostra!

Francesco Piccolo vince al Ninfeo con “Il desiderio di essere come tutti” (Einaudi)

04/07/2014, 11:19 | Attualità
Francesco Piccolo, con il consueto rito, beve dalla bottiglia di liquore Strega (foto di Daniele La Malfa)

Difficile descrivere l’atmosfera che si respira nel Ninfeo di Villa Giulia a Roma durante la serata finale del Premio Strega.
Un premio letterario, certo, che nel corso degli anni si è arricchito di eventi e manifestazioni collaterali a cura della fondazione Bellonci, spalmati in tutto l’anno con il logo del Premio, che è anche il nome del famoso liquore giallo di Benevento…
Ma la serata finale durante la quale c’è lo spoglio della votazione a cura dei 400 ed oltre “Amici della Domenica” che formano la Giuria allargata, non è soltanto un evento letterario. Non ha paragoni con gli altri Premi nazionali, con il Campiello, con il Viareggio, con il Bancarella nella piazza di Pontremoli: lo Strega è insieme evento mondano e festa del libro, occasione per vedere e farsi vedere, inizio e centro dell’estate romana culturale e atteso appuntamento per capire dove va la prosa, narrativa e non, dell’editoria nazionale.
I cinque finalisti sono ostaggio dei tavoli sotto il palco, guardati a vista dagli Uffici stampa delle rispettive Case Editrici, circondati dagli amici e dai fotografi con qualche microfono televisivo che sboccia tra le mani sudate degli intervistatori.
Quest’anno mi è parso che il Ninfeo sia stato più del solito aggredito da una vera folla di persone variamente interessate alla letteratura, anzi vista l’ora, subito attratte dai sontuosi buffet allestiti ai lati della splendida cornice del chiostro. E’ comunque molto bello poter rivedere persone e, con questo rito di inizio estate, rinverdire una conoscenza, sancire un’amicizia. La scrittrice MariaRosa Cutrufelli, Sergio Campailla scrittore e docente universitario,  il critico d’arte Vittorio Sgarbi, lo storico Paolo Mieli, Fabio Del Giudice, direttore della Fiera del libro Più libri più Liberi, volti noto e meno noti tutti con un orecchio al presentatore che sul palco legge i voti e fa progredire la classifica fino alla proclamazione finale del vincitore.

Quest’anno per la sessantottesima edizione si è avuto quasi un corpo a corpo tra Francesco Piccolo e Antonio Scurati, ha vinto Piccolo con “Il desiderio di essere come tutti” (Einaudi)  per 5 voti su Antonio Scurati e il suo “Il padre infedele” (Bompiani).
Il ”verdetto” della Giuria mi pare abbia indicato una via già più volte seguita dallo Strega e soprattutto dal gusto dei lettori, sempre più pochi e disorientati. Alla narrativa pura, al puro racconto, viene spesso preferito un taglio liminale tra saggistica e rivisitazione autobiografica, come mi pare sia il libro di Piccolo.
Se Scurati racconta la storia di un fallimento coniugale dietro cui può anche leggersi la debolezza e le inquiete domande del maschio di oggi, il libro di Piccolo è scopertamente accostare la propria storia personale di uomo di”sinistra” ai grandi eventi di cui anche inconsapevolmente si è stati spettatori negli ultimi decenni e che soprattutto hanno fatto il mondo in cui ci tocca vivere.
Ma “Il desiderio di essere come tutti” di Francesco Piccolo ci ricorda anche come la letteratura non sia una astrazione né essere isolati dalle problematiche che ci circondano e che ci fanno uomini e donne del nostro tempo.
Un libro come questo, che bilancia miracolosamente personale e pubblico, personaggi ormai diventati storici (forse anche loro malgrado) ed esperienze autobiografiche, dimostra certamente una scelta adulta che nella letteratura non cerca evasione ma conoscenza e coscienza.

Neria De Giovanni
Foto (2)
Paolo Mieli con il direttore Neria De Giovanni

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