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Anteprima: dal primo luglio in libreria "In fondo al tuo cuore", il nuovo romanzo di Maurizio de Giovanni

La poesia del noir: il ritorno del commissario Luigi Alfredo Ricciardi, della Regia Questura di Napoli, negli anni Trenta

30/06/2014, 19:39 | Attualità

 

                                            Per l’amore ci si uccide, per l’amore si viene uccisi.

Napoli, luglio 1932. Fervono i preparativi per la festa prediletta dal popolo partenopeo, la solennità della Madonna del Carmine.

In una città oppressa da un caldo sospeso nell’aria come una colata di metallo fuso, uno dei più noti medici della città, il professor Tullio Jovine del Castello, direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica, muore cadendo dalla finestra del suo studio universitario.

Fatalità, suicidio o omicidio?

A complicare il quadro investigativo, un orafo di celebrata maestria, Nicola Coviello, l’ultimo ad aver visto il professore da vivo, si impicca nel suo laboratorio.

Spetterà a Luigi Alfredo Ricciardi, il commissario della Regia Questura di Napoli dotato della straordinaria capacità di percepire le ultime parole pronunciate dalle vittime di morte violenta, risolvere l’enigma coadiuvato, come sempre, dal fido brigadiere Raffaele Maione. Ma il garbuglio non sarà  facile da sciogliere.

È una storia di faide e gelosie, sospetti e  tradimenti. Una storia che inizia sulle ali della morte e si chiude su quelle di una musica struggente. Ali di un amore che sa di inganno, di un amore che dà la vita e la vita consuma.

L’ultimo romanzo di Maurizio de Giovanni, In fondo al tuo cuore, segna una svolta nella scrittura ricciardiana. Non più la consueta storia principale e una sottostoria, ma una serie di storie con pari dignità narrativa, nelle quali il racconto storico si fa narrazione immaginaria e viceversa. In un gioco caleidoscopico e sorprendente.

Un’opera corale dove la coralità non è solo raccontare luoghi e situazioni attraverso gli occhi dei protagonisti, ma anche costruire una storia che quasi marginalizzi la trama gialla per dare spazio e voce a un vero e proprio romanzo di formazione.

In realtà, questa svolta era nell’aria. È come se questa volta  de Giovanni si fosse arreso alla sua naturale inclinazione di creare romanzi come un gioco di scatole cinesi, immaginando un fitto reticolo di storie come il dedalo di vicoli che, alternati a inaspettate piazzette e sontuosi cortili, caratterizzano il centro storico della sua città.

Ricciardi, Maione, Enrica, Livia, Rosa, Lucia sono personaggi che  crescono, si arricchiscono, e chiedono nuovi spazi.

Ricciardi, sempre preda delle sue indecisioni amorose, è angosciato per la grave malattia della tata Rosa e si trova a fare i conti con l’idea di affrontare la vita senza la sua rassicurante presenza. 

Maione, tormentato dal tarlo della gelosia per la sua Lucia, ritroverà il sorriso della serenità solo grazie all’intervento di uno straordinario, umanissimo Bambinella.

Enrica tenta di annegare nella lontananza il dolore della delusione amorosa tra i bambini di una colonia ischitana, continuando a ripetersi con determinazione che sarà felice. Ma il destino ha in serbo per lei altre sorprese.

Livia, che con caparbietà combatte per avere il suo uomo, ritrova per lui la passione per il canto. E una struggente melodia composta dal più grande poeta della canzone napoletana sarà il suggello al suo amore travagliato.

Rosa sente avvicinarsi la fine dei suoi giorni e prepara la giovane  nipote Nelide, ruvida quanto affidabile,  a sostituirla nel ruolo di angelo custode di Ricciardi.

Una giostra di uomini smarriti e spaventati, e di donne determinate e coraggiose.

In fondo al tuo cuore è un noir poetico.

L’anafora degiovanniana trasforma in canto lirico gli interludi, i corsivi che illuminano l’anima nera dei vivi, e quelle fratture narrative che ci portano lontano nel tempo e nello spazio.

Poesia sono le lettere che danno voce ad una Enrica, spensierata e allegra nei racconti alla famiglia, accorata e smarrita nelle confidenze al suo papà, un uomo di poche parole, dai gesti appena accennati che ci entra nel cuore per la sua straordinaria sensibilità e delicatezza, e per il coraggio che dimostra nel  forzare la sua natura per amore della figlia prediletta.

Poesia sono i progetti immaginati da due bambini, al molo dell’Immacolatella d’inizio secolo, tra gomene arrotolate e vapori carichi di emigranti con il volto segnato da lacrime di paura per l’ignoto e di strazio per il distacco.

Poesia sono gli occhi di Enrica gonfi di lacrime che accarezzano il braccio di mare che la separa dal suo amore tormentato e forse perduto.

Poesia è il fantasma di Rosinella, morta di parto in un letto che piangeva sangue fino a terra.

Poesia sono le allucinazioni di Rosa che narrano un limbo tra vita e morte fatto di sorrisi e colori, tra il conforto delle anime che ci hanno preceduto e  lo  smarrimento doloroso di chi vive le ore dell’agonia.

La scrittura non conosce cali di tensione, anche nei tempi morti dell’indagine che, anzi, offrono l’opportunità di raccontare la voce e il profumo della città. Sotto gli occhi del lettore scorrono immagini di una vita  che ha i colori seppiati delle foto d’epoca e l’andamento lento degli anni che furono.  Viviamo la sensazione straordinaria di essere proprio lì, in un caldo soffocante, “in faccia” al mare, gustando un fresco bicchiere di acqua suffregna con una goccia di limone o una fetta di anguria chine ‘e fuoco.

Sempre indimenticabili, infine, i personaggi minori, quali gli immancabili portieri, fulcro della circolazione delle informazioni, l’anello debole dell’omertà, a Napoli più che in altri luoghi.

Storie incalzanti e intermezzi poetici, quindi, che mescolano l’anima dei personaggi con quella dell’autore in una danza surreale di sensazioni e sentimenti. Come una rèfola.

Perché la rèfola è qualcosa di magico, un breve respiro fatato che scompare prima ancora di dare coscienza di sé. Una sottile consapevolezza, forse l’eco di un ricordo o la premonizione di un futuro rimpianto.

Si presenta come un sospiro fresco. Porta sollievo, racconta di territori ariosi e di cime innevate, di mandorli in fiore e di spuma sugli scogli.

Ma non è un’illusione, come conclude l’autore.

La rèfola letteraria di de Giovanni è uno scrigno di parole preziose. Da custodire negli occhi e nella mente.

Maurizio de Giovanni, In fondo al  tuo cuore. Inferno per il commissario Ricciardi, Torino, Einaudi, 2014, pp.456 . Euro 19,50

 

Fotomontaggio nell'articolo: Photo by Fiorenzo di Palma


 

Annamaria Torroncelli

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