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IL RACCONTO. Il poeta e il pirata di Manfredo Guerrera
11/11/2025, 18:57 | Attualità
“Mio cuore, monello giocondo che ride puranco nel pianto”
-“Allora Hai deciso?”
-“Sì ho deciso”, così Guido Gozzano rispondeva alla famiglia, niente aria di montagna o di mare, contro il parere dei medici aveva stabilito di guarire il proprio mal sottile con un viaggio nel lontano sud est asiatico.
A Genova aveva fissato una cabina su una nave che partiva per l’India, e giunto il gran giorno, come tutti stava salendo, quando una voce forte ma gentile lo fermò: “perché vai in India” chiedeva la voce,
-“per curarmi”,
-“no perché hai bisogno di un’avventura, caro poeta”,
-“forse, ma tu chi sei ?” Sono Emilio Salgari, 
-“Credevo che tu fossi morto”,
-“Per gli altri ma non per te, anzi ti accompagnerò, e la tua sarà
una guarigione speciale”.
“Eccoci dopo trenta giorni siamo di fronte al ThaiMahal, guardalo”, afferma Emilio, ammira questa meraviglia di marmo bianco, costruito per un grande amore; immagina quanto sei lontano da Agliè Canavese e quanto sei diverso adesso; io finora la avevo visto solo sulle carte geografiche, tu lo vedi dal vivo.
“Proseguiamo, Guido, andiamo verso la Cuna del mondo, come tu hai intitolato quelle splendide lettere dall’ India, io allora non verrò, tu sarai solo, ma non per tanto….”
Il poeta si sveglia in una cabina di un grande veliero e capisce che era un sogno… ; ma il suo viaggio è vero, a Bombay scende dalla nave e gli viene incontro un uomo anglo indiano: “mi manda Emilio”, dichiara, sono Tremalnaik, Guido è sbigottito, “sei un personaggio dei suoi romanzi”?
- “Non sono solo un personaggio, Emilio con la forza della sua fantasia mi ha creato e quindi conosciuto, insieme abbiamo incontrato Janez e soprattutto Sandokan, la tigre della Malesia”.
Ma allora sto ancora sognando, pensa Guido, intanto si avvicina un uomo alto, europeo, “io sono Janez, sto combattendo nell’Assam per ridare un regno a mia moglie, Sumatra.
Gozzano si sente svenire, pensa di vivere in un sogno e quasi si ritrae, ma due mani forti lo afferrano, come in un abbraccio:
-“sei un amico di Emilio”, io sono Sandokan, e ti porteremo, poeta alla Cuna del mondo con il mio praho. là come hai scritto ritroverai la tua cuna o origine prima.
A questo punto il poeta dandy, il cosidetto crepuscolare, il cantore delle cose di pessimo gusto, cede e inizia l’avventura, non un viaggio vero e proprio, ma incontri con ombre inafferrabili in luoghi favolosi: scenari fantasiosi di uno spirito vagabondo che pochi anni dopo avrebbe descritto Carlotta, ‘nome non fine ma dolce’.
Sandokan, Janez, Kamamuni,Tremalnaik lo circondano con affetto “sei dei nostri, come Emilio vivi con la poesia e nell’immaginazione, e noi ti riportiamo alla realtà fantastica, al tempo delle origini che hai sempre desiderato, a un tempo e spazio quasi inverosimile.
In quel momento Sandokan dà l’ordine: “tutti ai propri posti, si parte per la Cuna del mondo con l’amico Gozzano, fratello di Emilio; Janez prendi il timone, Kammamuri proteggi il poeta. A sua voltaTremalnaik spiega che per arrivare alla Cuna del mondo, Gozzano deve vivere intensamente quegli attimi. In quel momento Guido dimentica i suoi malanni e si sente Emilio Salgari, quei personaggi per una identificazione poetica -vera e propria mimesi- diventano i suoi. Si avvicina a Janez, principe del Portogallo, che guida sicuro il timone e rivolto all’ artista di Agliè Canavese, afferma: “sei dei nostri e come poeta con noi vivrai in eterno”.
Il poeta tuttavia ha ancora alcuni dubbi e incuriosito chiede a Janez: “ma Salgari ha visitato questi posti?” “No, ma con la sua fantasia ci ha dato la vita e noi viviamo nella immaginazione dei poeti”.
-Puntiamo alla Cuna, ordina la Tigre della Malesia.
Intanto Sandokan gli parla ancora “tu hai vagheggiato la cuna mondo, origine e culla di tutto, tu stesso ti stai avventurando laggiù, e hai ingaggiato come me le tue battaglie. Io ho combattuto Brooke, sterminatore dei pirati, tu non sei un pirata ma hai la tempra del combattente come noi. Adesso ci stiamo avvicinando alla cuna del mondo dove sosterai da solo perché solo tu sei degno di farlo, poeta, intellettuale e persona vera, noi invece siamo pirati creati dalla fantasia di uno scrittore, purtroppo destinati a scomparire, ma risorgeremo in ogni romanzo di Emilio Salgari, come la signorina Felicita e altri che vivono attraverso la tua immaginazione”.
“Adesso siamo in tua compagnia perché riconosciamo in te Emilio Salgari, tu hai cercato di liberarti del tuo ambiente borghese, ti sei innamorato della Cocotte cattiva signorina, contro il parere dei tuoi genitori”.
Guido, ascoltando quelle parole si convinceva sempre di più di essere coraggioso, forte, senza malattie, senza il mal sottile, ma anzi vigoroso come un pirata, come Sandokan
Due anni dopo
Guido Gozzano è a Agliè Canavese, ma adesso il dandy è sicuro di sé, vivace, il più grande poeta del Novecento, lontano da D’Annunzio, non sa se ha sognato i personaggi salgariani, ma si sente un uomo nuovo perché dalla Cuna del mondo ha attinto forza.
L’attimo è cruciale: il dandy si toglie il monocolo, gli abiti eleganti per indossare i cenci dei pirati, ormai era diventato un pirata anche lui.
Dall’alto Salgari, circondato dai suoi eroi, sorride compiaciuto.
Foto:i due Sandokan televisivi; Emilio Salgari e Guido Gozzano









