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Una sfida vinta di Vanessa Roggeri : Antino, l’antieroe di Neria De Giovanni

04/06/2025, 20:11 | Attualità

Vanessa Roggeri scrittrice tra le più apprezzate e coinvolgenti della nouvelle vague della narrativa sarda,  ha esordito già a livello nazionale nel 2013  con “Il cuore selvatico del ginepro” e sempre focalizzato la sua attenzione su personaggi femminili. Protagoniste molto singolari che hanno in comune l’indole magica, una “diversità” che le segna rispetto al contesto in cui vivono. Spesso sono “segnate” anche fisicamente, come in “Fiore di fulmine” ed accompagnano il lettore ad esplorare universi sconosciuti, orizzonti spirituali che aprono interrogativi e affascinanti problematiche come in “Il battito dei ricordi” che si addentra nel misterioso credo della reincarnazione.
Vanessa Roggeri col suo ultimo “Il ladro di scarabei” (Rizzoli, 2024) dimostra di essere una scrittrice di rango superando un pericoloso leitmotiv che poteva ingabbiarla nel protagonismo femminile ad ambientazione magico-surreale.
Come già il titolo ci indica, nel suo ultimo romanzo invece Roggeri mette al centro un ragazzo Costantino Lua, chiamato familiarmente Antino. Ma come si dice, nel nome ha il suo destino, infatti in sardo il termine “alluare” indica l’avvelenamento che l’euforbia e altre piante tossiche producono quando vengono appositamente diluite nell’acqua, soprattutto di fiume, per intossicare e far emergere i pesci.  E la stessa Grazia Deledda lo ricorda in un suo famoso racconto.
Così Costantino-Antino Lua avvelena la vita dei suoi benefattori nello spasmodica ricerca di benessere e ricchezza cosa che gli sembra preclusa in quanto povero di nascita. Ma il tratto magico e il fascino di qualcosa di sovrannaturale permane anche in questo libro: uno scarabeo di lapislazzuli, al collo dell’orfana Asmara, figlia adottiva dell’ingegnere Italo Djana che accoglierà nella sua famiglia anche Antino. Lo scarabeo porta con sé dall’Egitto la protezione magica di cui è fermamente convinta Asmara. 
Antino è un antieroe nel senso più classico del termine e la bravura di Vanessa Roggeri consiste proprio nel penetrare nelle ragioni maligne e perfide che porteranno il ragazzo ad azioni malvagie nei confronti degli stessi suoi benefattori. Roggeri è talmente acuta nell’analisi della psicologia del suo protagonista da fornire al lettore pagine che suscitano a volte addirittura comprensione per  questo majolu, come venivano chiamati i ragazzi scappati dalla povertà della campagna e rifugiatisi in città al servizio delle famiglie ricche.
“Il ladro di scarabei” è un vero Bildungsroman , un romanzo di formazione che coglie Antino a 14 anni e lo accompagna fino alle soglie di una laurea che non prenderà mai. Il tempo del racconto è punteggiato da date che vanno dall’estate del 1928 a un epilogo del 1949.
Come i precedenti romanzi anche questo è ambientato in Sardegna, a Cagliari, il capoluogo dove Roggeri è nata e vive. Ma l’ambientazione che ospita la vicenda è  all’interno della villa dell’ingegner Dejana, la Villa dei Punici in quanto sulla sommità di una collina punteggiata da antiche tombe puniche, necropoli veramente visitabile a Cagliari, che conferisce un tono di mistero con la sacralità della morte fino a nascondere l’omicidio di Leonardo, figlio dell’ingegnere, di cui Antino è sempre stato geloso e che aveva scoperto le sue vere intenzioni malvagie.
Le quasi 400 pagine del romanzo vedono parallelamente lo sviluppo di Antino e Asmara che della terra d’Africa da dove è originaria porta mistero e la cui vita si intreccia con le malsane ambizioni del ragazzo. Sarà Asmara ad incarnare il vero personaggio positivo che pur nell’ingenuità iniziale riuscirà a scampare alla perfida volontà di Antino che cercava di irretirla sentimentalmente per ottenere da lei la ricchezza e l’eredità dell’ingegnere proprietario di un cementificio e di una cava. Tutta la storia è ambientata in una Cagliari soffocata dal nascente fascismo i cui tentacoli di sopraffazione e violenza si esprimono anche nella più apparente quotidianità fino all’epilogo drammatico del sacrificio dell’ingegnere, convinto antifascista, e come tale giustiziato dalla polizia politica.
Opera uscita, questo “Il ladro di scarabei”, con un antieroe che Roggeri riesce a delineare in tutta la sua complessità affiancato dalla contemporanea crescita del personaggio di Asmara che come una crisalide esce dal suo bozzolo e diventa protagonista di un epilogo addirittura in Tibet per realizzare il suo sogno di viaggio e conoscenza.
Un’ultima annotazione tra le tante che si potrebbero fare, vorrei destinarla allo stile che pur nella assoluta godibilità non rinuncia a figure letterarie di improvvisa illuminazione come per esempio: “Asmara fiorì di contentezza” o “La mareggiata di emozioni le diede l’impressione di ondeggiare come un filo d’erba al vento”.
Con “Il ladro di scarabei” Vanessa Roggeri ha pienamente raggiunto una sicura autorevolezza nella narrativa contemporanea superando i modelli di scrittura da lei stessa prodotti nelle precedenti opere
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NERIA DE GIOVANNI
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