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Il perché di un Premio: il 17esimo Nobel per le lettere a Annie Ernaux, di Neria De Giovanni

07/10/2022, 11:25 | Attualità

Con Annie Ernaux sono 17 i Nobel femminili alla lettere da quando fu istituito nel 1901 in seguito alle ultime volontà di Alfred Bernhard Nobel .
Per primi furono consegnati il premio per la pace, per la letteratura, per la chimica, per la fisiologia o la medicina e per la fisica. Dal 1969 esiste inoltre il premio per l’economia in memoria di Alfred Nobel , istituito in seguito a una donazione della Banca Nazionale di Svezia e da allora gestito insieme ai premi originari.
Il riconoscimento mondiale alle donne per le lettere è aumentato in progressione negli ultimi anni, in particolare nel nostro nuovo secolo, quattro scrittrici in 22 anni,  sempre in nettissima minoranza rispetto alle penne maschili.
E’ pur vero che essere donna, ed essere donna scrittrice, non è di per sé garanzia di qualità di scrittura, anche se con questo ultimo riconoscimento ad Annie Ernaux il Premio Nobel manifesta sempre più la sua caratteristica di onorificenza non strettamente letteraria.
Mi spiego.
Anche dai brevi sunti più sotto riportati, estratti dalle diverse motivazioni, si deduce come ad essere importanti siano proprio i contenuti, un tempo si diceva il messaggio, prioritari rispetto alla alla novità e /o ricercatezza dello stile letterario.
D’altronde Alfred Nobel lasciò nel testamento che “La totalità del mio residuo patrimonio realizzabile dovrà essere utilizzata nel modo seguente: il capitale, dai miei esecutori testamentari impiegato in sicuri investimenti, dovrà costituire un fondo i cui interessi si distribuiranno annualmente in forma di premio a coloro che, durante l'anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell'umanità. “
ed in particolare : “una parte ancora a chi, nell'ambito della letteratura, abbia prodotto il lavoro di tendenza idealistica più notevole “.
“Tendenza idealistica”, quindi riferimento al contenuto, alla finalità, allo scopo del narrare prima e soprattutto rispetto al “come” narrare.
Per quanto riguarda l’opera di Ernaux tutti i commentatori fanno riferimento soprattutto al suo libro ”L’evento”,  in cui difende il diritto delle donne all’aborto, raccontando la decisione presa sul suo corpo quando era ancora studentessa e l’aborto in Francia era proibito.
Ancora: si citano spesso le sue frasi contro il fascismo e la cultura di destra, frasi pronunciate da lei orgogliosamente intellettuale di sinistra.

Davanti a questa sovraesposizione ideologica, di parte,  preferisco la posizione netta, dignitosa e coraggiosa di Grazia Deledda che dopo essere stata ricevuta da Benito Mussolini a Palazzo Venezia, dopo il suo Premio Nobel,  al funzionario che le chiedeva di dimostrare pubblicamente il suo compiacimento per il regime, rispose: “L’arte non conosce politica”.

Selma Lagerlöf nel 1909 “per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere”

Grazia Deledda nel 1927 (per il 1926)“per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi”

Sigrid Undset nel 1928 "principalmente per le sue potenti descrizioni della vita del Nord durante il Medioevo" 

Pearl S. Buck nel 1938 "per le sue ricche ed epiche descrizioni della vita contadina in Cina e per i suoi lavori autobiografici” 

Gabriela Mistral nel 1945 “per la sua lirica, ispirata da forti emozioni, che ha fatto del suo nome un simbolo delle aspirazioni idealistiche dell’intero mondo latino americano"

Nelly Sachs nel 1966 “per la sua scrittura lirica e drammatica eccezionale, che interpreta il destino d’Israele con resistenza commovente”

Nadine Gordimer nel 1991 perché “con la sua scrittura epica magnifica è stata di notevole beneficio all’umanità"

Toni Morrison nel 1993 perché “in racconti caratterizzati da forza visionaria e rilevanza poetica dà vita ad un aspetto essenziale della realtà americana”

Wislawa Szymborska nel 1996 “per la poesia che con ironica precisione permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti di realtà umana” 

Elfriede Jelinek nel 2004 “per il flusso melodico di voci e controvoci in romanzi e testi teatrali, che con estremo gusto linguistico rivelano l’assurdità dei cliché sociali e il loro potere”

Doris Lessing nel 2007 in quanto “cantrice dell’esperienza femminile che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa”

Herta Müller nel 2009 perché “con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa, dipinge il panorama dello spodestato” 

Alice Munro nel 2013 perché “maestra del racconto breve contemporaneo"

Svetlana Alexievich nel 2015 “per la sua opera polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo”

Olga Tokarczuk nel 2018 (assegnato nel 2019) “per un'immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l'attraversamento dei confini come forma di vita”

Louise Glück nel 2020 “per la sua inconfondibile voce poetica che con l'austera bellezza rende universale l'esistenza individuale”

Annie Ernaux, nel 2022 “nei suoi libri ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale”. 

NERIA DE GIOVANNI
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