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Buon Ferragosto: i dolci delle feste con Grazia Deledda e Anna Gardu, di Neria De Giovanni

13/08/2021, 19:54 | Attualità
Galtellì, Anfiteatro, Conclusione del Premiu Mastru 'e ammentos 2021

La cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità caratterizza da sempre il popolo sardo. Il cibo ne è l’espressione più immediata.
Avvicinandoci alla metà di agosto, per chi se lo può permettere, ci sono le agognate ferie che spesso significano stare di più con gli amici, fare le cose che durante l’anno per gli impegni di lavoro sono state rimandate, magari recarsi in una città di mare o di montagna, o restando in città, visitare musei e monumenti.
Su tutto organizzare riunioni conviviali, con i parenti che magari si rivedono in queste occasioni festa. Insomma il convivio è al primo posto, sempre.

 

Sovrano indiscusso di ogni pranzo o cena è il dolce. In Sardegna le feste di tutto l’anno venivano contrassegnate da particolari dolci che utilizzavano le materie prime proprie della stagione.
I dolci sono protagonisti di molte descrizioni deleddiane in cui Grazia Deledda vuole sempre sottolineare comportamenti di ospitalità.
In “Canne al vento” quando Ester Pintor sa dell’arrivo del nipote Giacinto pensa subito di accoglierlo con i biscotti e il pane bianco fatto per l’occasione “Donna Ester fece il pane apposta, un pane bianco e sottile come ostia, quale si fa solo per le feste, di nascosto dalle sorelle comprò anche un cestino di biscotti. Dopotutto era un ospite, che arrivava, e l’ospitalità è sacra”.

 

Se la sposina trascurata dal giovane marito pastore in transumanza ne vuole riconquistare i favori, su consiglio avveduto della suocera “procura” di ingrassare per essere più attraente agli occhi del marito e pertanto cucina per sé dolci particolari a base di tuorli d’uovo a volontà “ E così fecero e comprarono le uova, lo zucchero, la cioccolata e fecero i biscotti, il pane d’isola, i dolci di uva passa e di sapa!”

Quando Elias Portolu si reca alla festa di San Francesco di Lula, in cui sarà catturato dalla passione erotica per la futura cognata, non disdegna di mangiare i dolci offerti: “Zia Annedda li attendeva con le sue caffettiere le sue caraffe e i suoi panieri di dolci” .

 

E così via nei racconti di Grazia Deledda ci sono intere pagine esplicitamente dedicate ai dolci descritti in momenti particolari della vita comunitaria. Per esempio il matrimonio. Ne “La via del male” lo sposalizio della superba Maria Noina è arricchito dalla descrizione di un particolare dolce nuziale a base di mandorle e a forma di torre o di nuraghe “.Nel focolare e sui fornelli le caffettiere grillavano, nelle stanze superiori della casa spandevasi un forte profumo di dolci e di liquori; sui tavolini, sui letti, sulle sede, su tutti i mobili stavano gradi vassoi contenenti torte dai vivi colori e gattos, specie di piccole costruzioni moresche di mandorle e miele”
 

Su questa e altre suggestioni deleddiane si è intrattenuta Anna Gardu che recentemente è stata insignita del Premiu “Mastru  ‘e ammentos 2021”, nella sezione “Arti popolari” che con lei esordisce per valorizzare gli artigiani sardi.

Nel caso della Gardu è l’arte dolciaria grazie a cui lei propone dei veri e propri gioielli di dolci, soprattutto torri di mandorle e miele che sembrano veramente uscite dal ricevimento di Maria Noina.
 

Ovunque siate lettori del portaleletterario.net buon Ferragosto e mi raccomando… dulcis in fundo.

 

Nelle foto: Galtellì, Anfiteatro, Giovanni Vacca, Presidente del Coro Voches e Ammentos,  premia Anna Gardu , conduce Giuliano Marongiu

Anna Gardu con una sua "torre" di mandorle

Grazia Deledda fatta con il filindeu, creazione di Anna Gardu 

NERIA DE GIOVANNI
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