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Poesie e lingua identitaria nelle Sale di Lorenzo il Magnifico
A cura di “Sguardo e Sogno” e della Provincia di Firenze, con la collaborazione della ACSIT (Associazione Sardi in Toscana)
24/11/2014, 22:21 | Attualità
Paola Lucarini e Neria De Giovanni hanno organizzato INCONTRO A FIRENZE CON LA SCRITTURA SARDA, uno di quegli incontri che forse non passeranno alla storia, forse, ma che resterà nel cuore delle persone che hanno avuto il privilegio di ascoltare le parole e i versi che alcuni poeti e scrittori sardi ci hanno regalato.
La Provincia di Firenze ci ha permesso di svolgere questo incontro nella meravigliosa Sala Pistelli, una perla incastonata in uno dei Palazzi più belli di Firenze, Palazzo Medici.
Il primo a leggerci alcune sue poesie in alguerès, una variante del catalano parlata nella città di Alghero (L'Alguer), è stato il poeta Antonio Canu. Le poesie, recitate con voce appassionata, erano tratte dal suo ultimo libro “Les mies mans” (Ed. Nemapress), dove eventi quotidiani vengono cantati con immagini di grande freschezza e potenza comunicativa.
Neria De Giovanni, presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari e direttrice editoriale della Nemapress, ha poi presentato le poesie di Giuseppe Contini, famoso giurista e docente universitario riconosciuto a livello internazionale. Giuseppe Contini ha letto alcuni brani dal suo libro “Bentulada et su bentu sighit a sulai…” (Edizioni Nemapress). Le poesie, scritte interamente in campidanese, raccontano il mondo contadino e urbano della Sardegna di ieri e di oggi. La professoressa Luisa Bussi, già docente all’Università di Sassari e moglie dello scrittore, ci ha letto le poesie in lingua italiana.
Paola Lucarini, alla quale recentemente è stato attribuito un prestigioso riconoscimento per la sua attività di scrittrice e di promozione culturale riconosciuta a livello internazionale, la Laurea Poetica Apollinaris, innamorata come me della poesia del poeta lussurgese Giovanni Corona, ha letto con commovente passione alcune sue liriche, tra cui l’indimenticabile “Ho sentito la voce del vento”.
Paola Lucarini e Neria De Giovanni hanno poi introdotto brevemente il sottoscritto, Diego Manca.
Prima di leggere alcune mie poesie inedite, in logudorese e in italiano, ho letto una poesia di Giovanni Corona, mio maestro e amico, in ricordo dell’amicizia e della stima che nutro per lui come poeta e come uomo.
Neria De Giovanni ha quindi presentato il poeta di Ittiri Antonio Maria Masia (Totoi), che dal 2010 è anche presidente della prestigiosa Associazione Culturale “IL GREMIO DEI SARDI” di Roma.
Totoi ha un rapporto stretto col suo popolo, con il suo paese, con la natura da cui è originario, poiché Totoi Masia fa parte di quella cultura sarda in senso letterario che c’era prima di lui. Ci ha infatti regalato una “MODA” composta da lui e letta (da lui in perfetto logudorese) insieme a Neria De Giovanni, che ne leggeva con musicalità e brio la traduzione in italiano.
“Sa Moda”era stata accantonata dai poeti di poesia “a bolu” (la poesia orale estemporanea improvvisata dei cosiddetti "cantadores") nel lontano 1976, ma è proprio in questo tipo di canto che Totoi Masia manifesta tutta la sua bravura e versatilità dando sfoggio del suo estro poetico.
Maria Teresa Petrini infine (già presidente della Commissione Cultura della Regione Autonoma della Sardegna) ha letto alcuni brani del suo nuovo romanzo “La sacerdotessa di Nur” (Edizioni Nemapress), ambientato durante la civiltà Nuragica della Sardegna. Questo romanzo, a mio parere, non è solo da leggere, ma da studiare, dato che, forse, il passato si perpetua nel presente.