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Che delusione il Commissario Ricciardi, di Neria De Giovanni
27/01/2021, 16:30 | Attualità
Confesso che aspettavo con curiosità la prima puntata della serie televisiva sul commissario Ricciardi. E non perché ipnotizzata dai frequenti “lanci” pubblicitari della RAI ma in quanto apprezzo molto lo scrittore Maurizio de Giovanni, “padre” del commissario Ricciardi
Apprezzo e leggo con piacere i suoi romanzi che hanno una scrittura attenta ai particolari, biografici e storici, molto oculata nella descrizione anche dei sentimenti e degli stati d’animo introspettivi dei diversi personaggi.
Con Napoli nel cuore, città bellissima che mi affascina, Napoli da quella quasi marina dai Bastardi di Pizzofalcone alle vie del centro del Commissariato nel ventennio fascista del commissario Ricciardi.
Ma veniamo alla riduzione televisiva. Che lentezza, che monotonìa, colori grigi dai quali difficilmente si riemerge nonostante il soprassalto davanti al fantasma che sempre accompagna le indagini del commissario.
Infatti Ricciardi ha ereditato dalla madre un dono misterioso , riesce a vedere il fantasma della vittima nei momenti prima del suo assassinio. Questo fatto ne agevola l’indagine per la ricerca dell’assassino ma insieme condanna il commissario ad una vita solitaria e ritirata.
Bello e ovviamente molto bravo Lino Guanciale, ma ho trovato fastidio nella messa in scena televisiva soprattutto per una certa atmosfera che tendeva spesso a ridicolizzare le situazioni e gli ambienti, sottolineata anche dalla musica che a volte mi sembrava quasi da “opera buffa”…
Il personaggio del vicequestore una macchietta con l’untuoso ossequio al potere che mi è parso volesse rappresentare una critica verso l’ amministrazione sotto il regine fascista più che essere necessario corollario per la presentazione scenica del personaggio.
Il brigadiere Raffaele Maione, interpretato da Antonio Milo, è invece abbastanza riuscito grazie alla interpretazione molto asciutta e professionale dell’attore.
Poi Napoli, ma perché una città così bella e solare l’hanno presentata sotto i toni del grigio, del flou, quasi in dissolvenza?
Allora, mi dispiace, con testi così profondamente originali e ben scritti come i gialli di Maurizio de Giovanni per il commissario Ricciardi, la Tv ha perduto un ‘occasione. Quella di farci dimenticare il Commissario Montalbano.
Ridateci Salvo.