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Cinquant’anni di Emozioni: l’elegia moderna nel sodalizio Mogol-Battisti, di Elsa Baldinu
il 15 dicembre 1970 usciva l'album destinato a rivoluzionare la canzone popolare italiana
15/12/2020, 17:11 | Attualità
Lesbia, Delia, Cinzia; e ancora Beatrice, Fiammetta, Laura: l’amore cambia nome, ma resta lo stesso di sempre. Sacro fuoco dell’arte, non c’è poeta che non l’abbia cantato, e interminabili pagine di versi potrebbero averne esaurito la fiamma. Eppure, a distanza di secoli, questa brilla ancora, con vivida fierezza: sì, perché sull’amore è stato detto di tutto, ma non tutto.
Diamo allora uno sguardo all’Italia dei mitici anni Settanta, stanca delle solite canzonette; ecco che, con tempismo provvidenziale, una sinergica collaborazione ravviva la discografia nazionale. Le rime di Giulio Rapetti - alias Mogol - nella melodia e interpretazione di Lucio Battisti risuonano come una sorprendente conferma: parlare d’amore si può, e non è mai abbastanza.
Dodici sono i brani di un album destinato a rivoluzionare le sorti della canzone popolare: Emozioni raccoglie pezzi dalla precisione chirurgica, impeto emotivo e novità visionaria. I due artisti mostrano il cuore umano come mai prima d’ora, nei suoi meccanismi fisiologici e intime fragilità. Un’elegia moderna, la loro, vera e propria poesia musicata: ogni nota è al servizio del testo e ogni rima suggella verità di valenza universale con ricercata semplicità. Messaggi e strumenti viaggiano insieme con assoluta complicità: ai violini è affidata la malinconia di un pensiero, alla batteria una brusca presa di coscienza, il tutto accompagnato dagli accordi di un’inconfondibile chitarra classica.
Il cuore è un prisma, e il duo sa catturarne la luce, ogni più sottile sfumatura. C’è la brama del possesso ne Il tempo di morire, una preghiera struggente dai toni ammiccanti; la volontà succube della passione in Dolce di giorno, ritratto di una donna dal carattere ambiguo; la fiducia cieca, quasi infantile, in Non è Francesca, storia di una vociferata infedeltà; il turbamento che provoca un addio in 7 e 40; la sofferenza all’indomani di una separazione in Io vivrò senza te; una simulata indifferenza in Dieci ragazze, il famigerato chiodo scaccia chiodo tanto caro alla teoria; la speranza di recuperare un rapporto ormai concluso in Fiori rosa fiori di pesco; e, a seguire, diversi brani dedicati al ricordo, spesso idealizzato, dell’amata, a cominciare da Mi ritorni in mente, la cui melodia mima il conflitto tra affetto e razionalità; Era, ballata di nostalgiche disillusioni; Anna e il tarlo di un amore non superato; Acqua azzurra acqua chiara, dove la purezza di un amore nuovo cancella l’amarezza di un passato lascivo. Ultima e riassuntiva canzone, Emozioni, un elogio all’animo umano, fragile e complesso come nient’altro al mondo:
…Stringere le mani per fermare
Qualcosa che
È dentro me
Ma nella mente tua non c'è
Capire tu non puoi
Tu chiamale, se vuoi, emozioni.