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Il primo Festival letterario deleddiano a Lollove, successo e promesse, di Neria De Giovanni
13/10/2020, 15:13 | Attualità
Come può la cultura dare nuova vita ad un borgo storico ormai abitato da pochissime persone?
Credo che Lollove, una decina di chilometri da Nuoro, possa diventare un esempio di come proprio la cultura rappresenti un volano di trazione economica così potente da rivitalizzare le strade, riempire di voci e di presenze le case, ridare floridezza all’economia agropastorale del territorio.
Quest’anno ricorrono i cento anni dalla pubblicazione del romanzo “La madre” di Grazia Deledda, vicenda ambientata nel paese di Aar toponimo inventato dalla scrittrice per nascondere Lollove, il vero scenario della storia. Ma proprio averne occultato il nome ha fatto sì che la vicenda del prete Paulo innamorato di Agnese e richiamato all’ordine dalla madre, possa essere letta come veramente universale.
Questo centenario è stato l’occasione perché potessi realizzare un sogno cullato da tanti anni, quello di organizzare un festival deleddiano che riunisca, accanto agli approfondimenti dell’opera della Deledda ed agli incontri con gli scrittori, anche altre arti altrettanto importanti anche per l’opera deleddiana come la musica, il teatro, ecc..
Fortuna ha voluto che incrociassi un giovane scrittore e operatore culturale come Graziano Siotto che da decenni pensa a Lollove come borgo da rivalutare e riscattare con la cultura.
Insieme a lui, con l’organizzazione della mia Associazione Salpare e dell’Associazione internazionale dei critici letterari, si è avverato questo sogno tanto più difficile in quanto la pandemia sanitaria e un tempo atmosferico non clemente, ha reso faticosi gli appuntamenti del festival.
Ma forse proprio la difficoltà oggettiva in cui ci siamo mossi ha rafforzato in tutti i partecipanti la certezza di aver iniziato un percorso importante non soltanto per la cultura deleddiana ma sopratutto per il messaggio che grazie alla cultura si è voluto lanciare.
La due locande gestite da giovani che proponevano anche menù deleddiani con ricette tratte dai miei due libri sull’argomento, hanno avuto il pieno di prenotazioni per il fine settimana del festival così come i posti letto messi a disposizione dai b&b locali.
Le strade del borgo si sono riempite di visitatori arrivati dal cagliaritano, dalla gallura, dalla nurra, da Alghero. Timidamente hanno fatto capolino anche artigiane locali che proponevano in vendita i prodotti della loro bravura sia come manufatti sia come enogastronomia.
Lollove con il Festival deleddiano potrà trovare nuova vita e dimostrare come da borgo quasi disabitato, grazie alla sua attrattiva ambientale, culturale e archeologica movimenterà una microeconomia che invogli soprattutto i giovani a investire nel turismo cosiddetto lento, e in tutte le attività di accoglienza.
D’altronde anche Galtellì., la Galte del romanzo di Grazia Deledda “Canne al vento”, ha saputo costruire il suo sviluppo economico sul turismo culturale di richiamo deleddiano, come ha ricordato anche il sindaco di Galtellì, Giovanni Santo Porcu, intervenuto al Festival.
I luoghi del Festival sono stati individuati presso aree messe a disposizione dai privati, lollovesi entusiasti la cui collaborazione è stata da protagonisti.
Così alla Casa Museo di Lollove è stata ospitata l’apertura del festival, mentre presso Sa domo de Banne Borra si è svolto l’incontro degli scrittori Emiliano Deiana introdotto da Graziano Siotto per il suo libro “La morte si nasconde negli orologi” (Max88 edizioni) e Massimiliano Fois che ho introdotto insieme all’accompagnamento a chitarra di Quirico Solinas per il libro “Anninnia volando una nera favola sarda” (Nemapress edizioni).
Il piazzale della chiesa Santa Maria Maddalena di Lollove ha ospitato la chiusura del Festival col concerto del coro Prama ‘e Seda diretto da Giampaolo Selloni. Grazie anche al sacerdote che da pochi mesi, su decisione del vescovo, ha riaperto la Chiesa alla devozione dei fedeli.
Le due giornate del Festival hanno visto anche una passeggiata letteraria teatralizzata per le strade del borgo a cura della compagnia teatrale “I senza pretese” che hanno fatto rivivere le angosce del povero don Paulo tra il richiamo erotico di Agnese e quello del dovere rappresentato dalla madre, Maria Maddalena. Sì, Maria Maddalena come la patrona a cui è dedicata la chiesa del borgo.
Sono certa che il primo Festival deleddiano sabato 26 e domenica 27 settembre non sarebbe stato possibile al di fuori di un borgo come Lollove che grazie ai suoi abitanti e alle associazioni di volontariato lollovesi, ha creduto in questo progetto che avrà sicuramente future edizioni.
Molte realtà artistiche, musicali, teatrali, oltreché ovviamente letterarie, mi hanno già contattato rendendosi disponibili per la prossima edizione del Festival che, covid permettendo, organizzeremo nella tarda primavera quando le colline di Lollove si coprono di fiori rendendo ancora più indimenticabile il soggiorno nelle sue case di pietra all’ombra del campanile e sotto la protezione di Grazia Deledda.
Devo fare un lungo elenco di ringraziamenti perché questo festival proprio in quanto organizzato con tante difficoltà oggettive, è stato possibile in quanto frutto di una volontà comune e corale per trasformare con le attività di accoglienza legate alla cultura un borgo storico come Lollove.
Il Festival letterario deleddiano è se sarà non soltanto un’ottima opportunità di conoscenza, ma anche una indubbia occasione crescita economica.
Ringraziamenti dunque a: Libreria Mieleamaro Nuoro, Farmacia Meloni Nuoro, Regione Autonoma della Sardegna, ISRE Istituto Superiore Regionale Etnografico, Comune di Nuoro Città di Grazia Deledda, Lollove Borgo Antico, Associazioni Uniamoci Lollove, Lollove Eventi, Le mani della Genealogia - Albero di Lollove, Locanda Lollovers, Trattoria Sa Cartolina, Mousiké Nuoro, Coro Prama 'e Seda, Compagnia Teatrale I Senza Pretese, Casa Museo Lollove, Emiliano Deiana, Massimiliano Fois e co organizer Dino Tedde, Mario Gusai, Roberto Chessa, Simone Ciferni, Giuseppe Borra, Giampiero Gusai.
FOTO: Nel corpo dell'articolo: Il campanile della chiesa di santa Maria Maddalena; il sagrato della chiesa con alcuni visitatori e con la compagna teatrale "I senza pretese", Massimliano Fois presenta il suo libro, Graziano Siotto intervista Emiliano Deiana per il suo libro, io parlo de "La Madre" di Grazia Deledda nella chiesa di Lollove