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A teatro Stefania Porrino ci guida verso “Il Cambiamento”, di Neria De Giovanni

02/03/2020, 13:29 | Attualità

Il teatro nel teatro, non è certo una cosa nuova. Oltretutto con il nome di Pirandello pronunciato proprio in apertura del nuovo lavoro di Stefania Porrino , autrice del testo e della regia. Poi i personaggi  che si confrontano davanti ad una psicologa, con il nome di Jung anch’esso esibito fin dalla prima scena: è un già visto e letto nei drammi teatrali post-Ionesco.
Eppure  Stefania Porrino con “Il Mutamento” ha saputo trovare una chiave originale e accattivante per mixare percorsi narrativi e spirituali.

 

Gli attori sono sottoposti ad una dura prova. Infatti non deve essere facile immergersi in un personaggio, ripetere le sue parole, fare propri i suoi pensieri, pur rispondendo al proprio nome reale. Così Evelina Nazzari, la grande interprete di tanto teatro impegnato, è Evelina anche in scena, di professione attrice, in fuga da ogni comunicazione vera,  si nasconde dietro uno smartphone sempre acceso; Giulio Farnese, l’attore con più esperienza alle spalle e di comprovata bravura, è un attore che non sa scegliere se diventare docente di una scuola di recitazione a Parigi; Nunzia Greco, con interpretazione intensa e profonda, si interroga come Nunzia e come personaggio se continuare o meno la sua vita in giro per il mondo oppure concedersi un poco di silenzio e di pace; infine Alessandro Pala Griesche, con una parte non facile ma gestita con la consueta professionalità ed empatia, è l’attore Alessandro che recalcitra sulla proposta di candidarsi alle elezioni per il consiglio comunale della sua città ed è l’unico che chiederà una consulenza personale dopo che la terapia di gruppo per gli altri attori/personaggi sembra aver funzionato.
 

Il teatro nel teatro messo in scena da Stefania Porrino (docente di arte scenica e di regia al Conservatorio di Frosinone, autrice di manuali didattici, romanzi e saggi tra cui l’ultimo, “Effetto di sardi affetti” (Nemapress) è dedicato ai ricordi di suo padre, il grande musicista e compositore, Ennio) è come un gioco di scatole cinesi, una dentro l’altra, a scoprire il cuore della motivazione ad essere, ad accettare i cambiamenti che nella nostra vita si presentano come sfida.
 

Gli attori hanno il loro vero nome, dunque, e si incontrano in una terapia di gruppo e l’analista sceglie proprio il teatro per curare le angosce dei propri pazienti. Pazienti-personaggi e attori-interpreti che non sanno accettare il cambiamento che la vita ha posto davanti. E per riconoscere la scelta giusta , gli attori- personaggi-pazienti devono recitare la parte che di volta in volta l’analista affiderà loro. La psicologa , interpretata con precisione ed attenzione da Carla Kaamini Carretti, è più volte apostrofata come regista dai pazienti-attori ed  alla fine dichiarerà di aver realmente fatto questa professione, abbandonata poi per una delusione d’amore.
I livelli di narrazione-interpretazione così diventano tre: quello reale-personale di ogni attore, quello del personaggio-attore-paziente e quello del personaggio storico che l’attore deve interpretare in una sorta di teatro terapia.

La particolare conformazione del teatro di Documenti, agevola la scenografia e la regia per la psicologa che mette in scena sette dialoghi che vanno dal mito di Atlantide ad un futuro di utopia.
 

La scelta dell’amore e della comprensione oltre la fredda speculazione, viaggia lungo i secoli e arriva fino al volontariato gratuito dell’ultima coppia, non a caso femminile, di Evelina e Nunzia.
Apre il duetto tra il maestro ed il discepolo in fuga da Atlantide che sprofonda, Giulio Farnese e Alessandro Pala Griesche; segue il dialogo tra la nobildonna romana Quirina e il suo schiavo Saverio che la conduce dal paganesimo al cristianesimo, con Nunzia Greco ed ancora Alessandro Pala Griesche; il terzo mutamento è filosofico con Tommaso Campanella alias Giulio Farnese e Monna Silvana- Nunzia Greco;  dalla Monarchia alla Repubblica è il mutamento che raccontano Maria Antonietta (Evelina Nazzari) e Barnave (Alessandro Pala Griesche); Il femminismo che si confronta è il quinto mutamento con Giulio Farnese e Evelina Nazzari volontariato di oggi tra Valeria e Teresa, Evelina Nazzari e Nunzia Greco; infine tutti gli attori-malati- dietro un oblò di astronave nel settimo utopico cambiamento. 

Lo spettatore è avvinghiato ad ogni dialogo, segue il percorso evolutivo o nell’interiorità dei diversi personaggi-attori che si svolge su diversi mezzi: la nave degli atlantidei, la carruca dormitoria, un carro, una carrozza, un treno, un aereo fino all’astronave che mostra i personaggi guardare dall’alto la nostra vecchia terra…
 

Tra un dialogo e l’altro l’analista segue l’evoluzione della sua cura, stabilendo di volta in volta i successivi psicodrammi e i loro interpreti.
 

Il cambiamento che devono accettare i due attori, Giulio Farnese e Alessandro Pala Griesche, è molto comprensibile ed evidente, direi concreto nella sua attuazione: diventare docente di teatro per il primo e tentare la candidatura comunale per l’altro.
Più interiore il cambiamento che si prospetta per le due attrici: Evelina e Nunzia si scontrano soprattutto con scelte esistenziali che mettono in gioco la loro interiorità, direi la loro anima.

 

Molti applausi finali all’autrice del testo e regista, ai bravissimi attori ed un ringraziamento per averci fatto riflettere anche sulle scelte che attendono noi spettatori.
Magari non è un caso se “Il Cambiamento” è andato in scena proprio nella prima settimana di Quaresima che per i cattolici è l’inizio di un cambiamento vero, verso la rinascita.

NERIA DE GIOVANNI
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