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Spoleto, non solo Festival dei due mondi, di Anna Manna

09/07/2019, 17:46 | Attualità
Anna Manna con Umberto De Augustinis, Sindaco di Spoleto

Spoleto val più diun Festival! E’ questa la consapevolezza che la splendida città umbra  ha acquisito in anni di successi, incontri internazionali, scambi culturali ad alto livello, presenze prestigiose nei teatri, nelle strade , nella meravigliose piazze di Spoleto.
 

Perché Spoleto è sbocciato con Giancarlo  Menotti, ha preso vita e respiro culturale con il Festival dei due Mondi, deve tutto al teatro , è noto nel mondo per questi sessantadue mesi di luglio arroventati dall’arte e dalla cultura! Ma come una grande attrice, diventata importante per il matrimonio con un grandissimno regista, si scopre infine all’altezza del suo pigmalione, così questa città, sposata al Festival da sessantadue estati infiammate dalla  scintilla magica di quella prima commovente edizione, ormai si sente pronta a volare anche con ali sue. Spoleto è diventata grande nel mondo e grande nei suoi vicoli, grande per il teatro straniero e per il Teatro lirico sperimentale con i suoi meravilgiosi giovani cantanti, grande per gli attori di teatro ma anche per il successo televisivo di Don Matteo e la simpatia di Frassica, grande per l’impegno di Giorgio Ferrara e la luce senza mai tramonti di Adriana Asti, meravigliosa coppia di vita e di arte, insomma non solo il passato, non solo ciò che è stato , non solo medaglie sul bavero che ogni sera mette lustrini e trucchi nei teatri che si rincorrono in sensazioni, emozioni indimenticabili.

Seguire il Festival è diventata la minivacanza di molte élite culturali straniere e italiane. Ho incontrato dal famoso  Tric Trac  una signora americana che mi ha confessato di avere una valigia particolare sempre pronta : la valigia per i giorni del Festival , con i vestiti più estrosi, i vestiti della piccola Estate italiana!!!!.
Un’estate culturale,  una settimana o due o tre a voler seguire tutti gli spettacoli !
Ma intensa, indimenticabile, con la sera accesa a teatro  e le mattine sonnolenti dietro gli aperitvi a piazza de Duomo o nel vociare di piazza del Mercato , i pranzetti succulenti nei ristoranti superbi o nelle piccole buche di sapori e profumi,  i saluti, i baci , gli abbracci con gli amici ritrovati.

 

E la sosta alle Gallerie d’Arte, fresche come Poli d’arte con il sorriso accogliente e competente  di Anna Maria Polidori e la simapatia di Sandro Costanzi. Mille pittori, mille colori, mille pennelli oggi accendono Spoleto di un connubbio tra tutte le arti figurative.  Così Festival Art di Luca Filipponi  lancia l’Autunno di Spoleto alla fine di settembre quasi come  una serenata all’estate che finisce ed un cordiale benvenuto alla dolceza dell’autunno che avanza con la Vendemmia culturale di intensa emozionante partecipazione di tanti poeti italiani. 
 

Spoleto è adulto e vive anche di vita propria in autunno quando il Festival dei due mondi ha già riscosso tutto il successo che merita. L’applauso vaga nelle strade ma ha ancora bisogno di arte.
Spoleto è amante viva e palpitante, non vuole essere una Penelope in attesa per troppi mesi del suo Ulisse lontano, che arriva soltanto a giugno inoltrato .

 

Così il focolare dell’arte a Spoleto continua ad illuminare questo palcoscenico naturale che non può spegnere le luci dopo l’estate!
Tutto questo gli spoletini l’hanno capito e mille iniziative fioriscono incorniciando la città non solo in un ricordo del passato ma in uno slancio per il futuro della città degno della sua fama. I giovani innamorati dell’arte, dal canto alla pittura,  i poeti di strada come Venditti che ormai è un personaggio ineliminabile nel panorama artistico di Spoleto, ed anche i suoi cuochi che dipingono il quadro della cucina italiana con i magnifici colori della cucina umbra, i negozianti , le casalinghe, gli scolari...tutti tutti si sentono ormai il Festival dei due mondi nel sangue. Gli anziani legano i loro ricordi dell’infanzia alla storia del festival , mi raccontava una vecchietta che a casa sua alla fine del festival si riunivano tutti i parenti a mangiare gli strengozzi. E poi, dopo la cena, tutti a passeggiare per il corso fino alla meraviglia di piazza del Duomo con il concerto finale.
Il Duomo spettacolare , illuminato a giorno nell’ultima notte magica del festival,  illumina non solo l’Umbria ma l’Italia tutta.

 

Su questo scenario effervescente quest’anno sono scese leggere e leggiadre Le rosse pergamene del Nuovo Umanesimo, le mie adorate carte d’amore e di sogno. Per tentare la conquista dei cuori, per lanciare un nuovo linguaggio d’amore, per stare vicina vicina al cuore pulsante di Spoleto, a piazza della Signoria , un pochino più in basso  di piazza del Duomo, ma con gli occhi sulla campagna umbra, immersa tra la gente di Spoleto , nei chiostri a parlare con gli spoletini come ha voluto fare Paolo Mieli al Chiostro San Niccolò il 6 luglio. Un dialogo con gli spettatori, colto ed amabile, sussurrato e partecipe, chiaro eppure sfumato .  

Una lectio magistralis sull’Oblio, ma anche un consiglio d’amico, il discorso di un personaggio prestigioso eppure le parole di un amico. Un nuovo modo di approcciarsi a Spoleto, perché Spoleto è diventata grande  e può parlare alla pari con la cultura.
Grande è Paolo Mieli che ha intuito quasta grande e splendida novità. Spoleto è pronta per essere il centro di più mondi e non solo di due!

 

Spoleto è pronta per un nuovo effervescente rilancio a più voci, a più cuori , un rilancio multidisplinare, per una cultura che sappia parlare a tutti i mondi.

 

 

ANNA MANNA
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