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…e li chiamano festival, di Neria De Giovanni

Come le vecchie sagre, ogni luogo vacanziero ha il suo festival

20/08/2018, 10:17 | Attualità

Estate. Tempo di relax ma anche di vita sociale, di mondanità. Le grandi  città si spopolano e i luoghi di villeggiatura, al mare o in montagna, triplicano gli abitanti.
 

Questo era lo scenario classico fino a qualche anno fa, quando le vacanze duravano un mese, quando quasi tutti si potevano permettere lunghe permanenze al mare o ai monti.
 

Oggi con la crisi economica che non recede e la disoccupazione alle stelle, anche le cosiddette vacanze si sono di molto ridotte. Qualche fine settimana, il “ponte” di ferragosto mordi e fuggi.
Così molti cittadini hanno riscoperto, gioco forza, la bellezza delle proprie città, i musei visitati magari soltanto nei lontani anni di scuola, le passeggiate al parco ma sempre in compagnia per non fare brutti incontri…

 

La caccia al vacanziero si attuava mettendo in campo sagre per tutti i gusti: la sagra della porchetta, quella del carciofo, della polenta, dell’anguilla, dell’immancabile birra, ecc.
 

Oggi c’è un’altra “moda” che ha preso piede soprattutto nelle città di vacanza: la moda dei festival.
Ogni luogo di villeggiatura che si rispetti ha il suo festival, meglio se estivo, meglio se con nomi di personaggi noti. Il non plus ultra è il nome reso famoso dalla tv, con serie televisive o quiz di intrattenimento.

 

Così anche gli scrittori “famosi” passano le vacanze, o almeno buona parte del periodo estivo, tra un festival e un altro, a parlare del loro ultimo libro, a disquisire su tutto.
 

Ricorro al dizionario di google  per vedere  il significato del termine festival. Leggo: sostantivo maschile 1. Festa popolare con manifestazioni di arte, cultura, folclore.2. Spettacolare rassegna periodica di musica, teatro o cinema.
 

Ma  molte manifestazioni  che vanno sotto il nome di Festival altro non sono (e non lo dico in senso riduttivo…) che Rassegne con presentazione di libri e di autori spesso intervistati da volenterosi giornalisti del luogo o assessori alla cultura e sindaci in cerca di notorietà.
 

Forse il termine Festival viene usato spesso artificialmente e per così dire “ad hoc” in quanto lauti contributi regionali e/o statali sono stati appositamente stanziati sotto al voce “Festival”. 
 

Ridateci  le vecchie e sempre valide Interviste con l’Autore anche senza contributi statali e/o regionali, in cui gli scrittori, con l'aiuto indispendabile dei librai,  possano giustamente pubblicizzare la loro merce, cioè il libro, ma senza apparire come animali da fiera in mostra per la propria e l’altrui vanità.
 

Ed un’altra speranza: vorrei tanto vedere queste Rassegne di scrittori con alternativamente autori noti e meno noti, provenienti da altre Regioni o nazionali accanto a bravi ma ancora quasi sconosciuti scrittori del luogo.
Perchè le Rassegne estive e non, servono soprattutto a  questo: a far conoscere nuovi autori, a fare scoprire l’estro e la creatività che spesso abitano accanto a noi!  

NERIA DE GIOVANNI
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