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Il Premio Strega : una festa letteraria e di mondanità (televisiva) di Neria De Giovanni
07/07/2018, 16:57 | AttualitàE’ giusto che qualche cosa cambi. Ma se devo essere sincera, i cambiamenti da qualche anno messi in atto nel Premio Strega, mi fanno riflettere sulla massima: il nuovo non è sempre meglio del vecchio.
Il Premio Strega, iniziato come sia sa il 17 febbraio 1947 a Roma per volere di Maria e Goffredo Bellonci, prende il suo nome dall’azienda Strega di Benevento, all’epoca della sua istituzione guidata da Guido Alberti.
Alberti fece da mecenate ai letterati fondatori, Gli Amici della Domenica, e il nome del liquore prodotto dall’azienda di famiglia divenne quello istituzionale del Premio.
Gli Amici della Domenica, perché si radunavano in quel giorno della settimana, iniziarono nell’inverno e nella primavera del 1944, quando l’Italia era ancora scossa dalla guerra e dai bombardamenti come la stessa Maria Bellonci ricorda : “ Cominciarono, nell’inverno e nella primavera 1944, a radunarsi amici, giornalisti, scrittori, artisti, letterati, gente di ogni partito unita nella partecipazione di un tema doloroso nel presente e incerto nel futuro. Poi, dopo il 4 giugno, finito l’incubo, gli amici continuarono a venire: è proprio un tentativo di ritrovarsi uniti per far fronte alla disperazione e alla dispersione”.
Il premio Strega ora si è “moltiplicato” in Premio Strega Giovani, Premio Strega Europeo, Premio Strega Ragazzi e Ragazze. Con i giurati che anche loro hanno centuplicato le presenze, essendosi aggiunti gli Istituti di cultura dell’Italia all’estero, gli alunni delle scuole superiori, ecc.
Così il Premio Strega che è sempre stato considerato uno dei maggiori premi di narrativa italiani, certo il più famoso all’estero, sta forse perdendo la sua fisionomia e riconoscibilità iniziale.
Per chi, come me, ha avuto ed ha la possibilità di seguire la cerimonia di premiazione finale nella splendida cornice del Ninfeo di Villa Giulia, altre sono le differenze da riscontrare in questi ultimi anni.
Innanzitutto la diretta TV. Certo offre al pubblico nazionale la possibilità di seguire le ultime fasi del concorso, ma ho un po’ di nostalgia dei commenti “a caldo” fatti soltanto per i presenti nel Ninfeo, da conduttori-letterati come Luciano Luisi o Claudio Angelini, con microfono ed audio non strettamente a vantaggio della TV.
E’ possibile che le interviste ai finalisti si facciano dietro il tavolone della Giuria, in una sorta di salottino seminascosto da colonne e proiettate sui maxi schermi?
E poi quest’anno che cattivo gusto l’allestimento di una postazione TV che avrebbe dovuto ricordare il ’68 ed invece è risultata, a mio modo di vedere, francamente pacchiana!
Il premio Strega sta diventando ogni anno di più una festa mondana, dove la gente “che conta” deve esserci e farsi vedere. La gara letteraria è soltanto un pretesto. Così si spiega perché molti ospiti del Premio abbiano abbandonato il Ninfeo già verso le 23, molto prima dello spoglio finale (e della diretta TV!).
Sbaglio o in questa edizione del 2018 non era presente né la sindaca di Roma nè l’assessore alla cultura, invece al Ninfeo l’anno scorso?
In quanto al vincitore 2018, Helena Janeczek con il romanzo La ragazza con la Leica, pubblicato da Guanda, ben rappresenta una terna femminile arrivata in cinquina con Sandra Petrignani “La Corsara” (ed. Neri Pozza) e Lia Levi “Questa sera è già domani” (ed. e/o).
Con Natalia Ginzburg raccontata da Sandra Petrignani e Gerda Taro raccontata nel libro vincitore, si riafferma un genere letterario liminale, di frontiera, tra biografia, saggio e prosa creativa. Così come già Maria Bellonci ci indicava con la sua Lucrezia Borgia…