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“Il giudice delle donne” di Maria Rosa Cutrufelli, un long seller che batte l’instant book, di Neria De Giovanni
31/07/2017, 13:06 | Arte e CulturaDicono che un libro, anche un buon libro, non resiste all’attenzione del pubblico più di due-tre settimane.
Così non è per il romanzo di Maria Rosa Cutrufelli “Il giudice delle donne” (Frassinelli ed.) che dopo aver fatto il gito d’Italia grazie anche alla infaticabile attività e bravura della Autrice, è ancora molto richiesto in festival estivi, eventi e manifestazioni.
Recentemente a Carloforte in Sardegna nell’ambito dell’“Isola dei libri”, il volume è andato a ruba dopo un dibattito molto interessante che ha coinvolto il folto ed attento pubblico. Perché la pausa estiva serve anche a riflettere non soltanto a sorbire spettacoli superficiali e accaldate nottate di pessima musica.
Del libro , che appena uscito il 17 marzo 2016 ho recensito sul portaleletterario.net, ecco cosa scrive la pagina FB del suo fortunato e lungimirante Editore:
“ Teresa non è una bambina come le altre: nasconde un segreto e per questo ha scelto di chiudersi in un mutismo che la isola e, al tempo stesso, la protegge.
Alessandra, al contrario, è una giovane maestra esuberante. Fa parte di quella folta schiera di donne che, all'inizio del Novecento, si spinse nei paesini più sperduti a insegnare l'alfabeto.
Un lavoro da pioniere. Difficile, faticoso, solitario. Anche Alessandra è sola, per la prima volta nella sua vita.
Ma le piace insegnare e sfida con coraggio i pregiudizi e le contraddizioni di una società divisa tra idee antiche e prospettive nuove.
Nuovo è pure il mestiere di Adelmo, che cerca di farsi strada nel mondo appena nato del giornalismo moderno. Una sfida esaltante per un giovanotto ambizioso e di talento. E le occasioni non mancano in questa Italia ancora giovane, una nazione tutta da inventare.
È il 1906, siamo nelle Marche, all'epoca una delle zone più povere della penisola.
La maestra e la bambina sono nate qui. Una ad Ancona, l'altra a Montemarciano. Un piccolo paese sconosciuto, che di lì a poco conquisterà, insieme alla vicina Senigallia, le prime pagine dei quotidiani nazionali.
Il nuovo secolo infatti porta sogni strani. Come il suffragio universale. Esteso alle donne, addirittura. Ed è per inseguire questo sogno che dieci maestre decidono di chiedere l'iscrizione alle liste elettorali.
Sarà un giudice di Ancona, il presidente della Corte di Appello, a dover prendere la decisione.
Lodovico Mortara, il giudice delle donne.
Maria Rosa Cutrufelli ha recuperato questo episodio storico ingiustamente dimenticato e – attraverso un romanzo avvincente e delicato, commovente e appassionante – lo ha reso vivo e attuale.
Perché la battaglia iniziata dalle dieci maestre e da Lodovico Mortara segna l'avvio della nostra (ancora oggi difficile) modernità.”