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Il Pirandello “sciamano” di Pierfranco Bruni a Roma nello Studio del grande drammaturgo
Dopo diverse presentazioni, a Milano, a Taranto, a Grottaglie e Manduria, grande attesa per questa lettura originale ed attuale di Luigi Pirandello
27/03/2017, 18:28 | Arte e CulturaIl 30 marzo alle ore 18 presso l'Istituto di studi pirandelliani, già Studio di Luigi Pirandello, via Antonio Bosio 13 b, in Roma si terrà la presentazione del libro “Luigi Pirandello - Il tragico e la follia” di Pierfranco Bruni, saggista e scrittore, vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani, nonché studioso delle Etnie Mediterranee presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Ne discuteranno con l'Autore: Francesco Mercadante, Presidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani e Neria De Giovanni, Presidente dell'Associazione Internazionale dei Critici Letterari e direttore editoriale della Nemapress la Casa Editrice che ha pubblicato il libro.
Un saluto ai partecipanti sarà indirizzato da Umberto Croppi, Consigliere dell'Istituto e Presidente di Federculture Servizi.
Verrà proiettato un video su Pirandello a cura di Anna Montella.
Un Pirandello atipico e speciale quello che Pierfranco Bruni ci presenta in questo saggio, come è nello stile controculturale e spettacolare dell’Autore, che grazie alla sua sensibilità e profondità di studioso chiama in causa direttamente la nostra intelligente curiosità quando affonda il suo sguardo critico su accostamenti a prima vista molto coraggiosi o addirittura arrischiati: Pirandello sciamano, Dante in Pirandello, le radici arabe, tra Occidente e Oriente, ecc..
Pirandello, la cui lettura ci aiuta a capire le nostre inquietudini, le angosce ma anche le utopie, le follie e le speranze, in questo libro di Bruni viene trasportato in una visione “sciamanica” della vita, perché scende nelle caverne del proprio essere e ne risale con la consapevolezza di aver oltrepassato i limiti della follia. Una follia vista non tanto come elemento negativo, quanto come elemento fondamentale della condizione umana con la quale fuggire la propria angoscia e il proprio dramma, come estremo rifugio per potersi salvare dalla tragedia dell'esistenza.