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Enrico Pandiani e la quarta avventura della bella malgascia Sanda, di Valerio Calzolaio
27/07/2025, 18:35 | Arte e Cultura
Torino. Giugno 2025. Martedì 18 la bella malgascia Sanda (di incarnato scuro) si veste da puttana e si fa seguire da quattro energumeni dentro una fabbrica abbandonata in una zona di periferia. Sa che nell’ultimo mese hanno picchiato a sangue tre prostitute di colore, due le hanno mandate in rianimazione, una è ancora in coma. Non si aspettano che lei sia esperta di aikido così li mena ben bene, fotografa i loro documenti e li minaccia se cercheranno di continuare a fare i bulli razzisti. Sul più bello arriva il Numero Uno che l’aiuta in un momento delicato, è lì per parlarle, mostra alcune foto, intende affidare un nuovo incarico a lei e agli altri tre amici latitanti che sta ricattando: devono scoprire come e perché Teresa Fissore sia finita incaprettata e probabilmente sepolta viva dentro un muro, i resti trovati per caso nel 2008, l’identità scoperta per caso da pochi mesi. Sanda vorrebbe mandarlo a quel paese, ne discute con gli altri tre, hanno opinioni diverse, alla fine decidono di avviare una qualche indagine, non ne possono più però di quella situazione che li vincola alla persistente incertezza. Capiscono subito che i due recenti investimenti mortali di una signora probabilmente legata a Teresa e di un olandese scalcagnato sono connessi al cold case, d’altro parte in entrambe le occasioni c’è uno stesso biglietto che fa riferimento a “quello alto”.Situazione ingarbugliata, ci sono pure di mezzo complicati intrecci familiari e incontri nei club privé, fino all’ultimo ci capiranno poco e un po’ tutti e quattro rischieranno la propria vita e il dolore di chi hanno accanto.
L’ottimo grafico editoriale, illustratore, sceneggiatore e scrittore Enrico Pandiani (Torino, 1956, esordio noir nel 2009) ha vinto il Premio Scerbanenco 2022 con il primo romanzo di questa nuova serie (introdotta accanto a quelle Les Italiens e Zara Bosdaves), ora siamo giunti alla quarta avventura. I quattro protagonisti piacciono e anche questa storia è godibile, un giallo hard-boiled narrato in terza persona varia (talora su altri personaggi, pure la mente criminogena), attraverso quasi una cinquantina di capitoli il cui titolo è perlopiù l’ultima frase di ogni testo. Va a compimento pure la storia parallela commissionata dall’avvocato Teodoro (amico di Max e compagno di Abdel) per “rendere migliore la vita di un gruppo di persone”; lo scaltro vecchietto Numero Uno era coinvolto e non potrà che tenerne conto. Qualcuno ha rimorsi (da cui il titolo), altri no, il dipanarsi concitato dell’indagine consente di ripercorrere le biografie soprattutto di Sanda Jordano (violata a Bordeaux e Parigi) e di Max Ventura (da una parte sbagliata della barricata), ormai da qualche anno più sereni accanto a Salvo e Federica, rispettivamente. Resta un grande affettuoso affiatamento nel gruppo, Abdel fa la sua parte, molto si adoperano pure l’alsaziana Vittoria con la vivace figlia informatica Matilde e la compagna poliziotta Elettra. Tutti e quattro nacquero in realtà con altri nomi e cognomi, sono ex detenuti francesi, scappati, latitanti e fuggiti in Italia da quasi venti anni. Vino (bianco), prima del delicato pranzo fanno assaggiare a Teodoro Cinerino Langhe DOC bianco di Abbona. Ovviamente vari superalcolici. Numero Uno canticchia Schubert, nel locale gorgheggia Amy, dopo il tentativo d’investimento col furgone Max e Vittoria si leccano le ferite al bar con rum e Dave Brubeck.
Rimorsi
Enrico Pandiani
Noir Hard-boiled
Rizzoli Milano
2025
Pag. 323 euro 18.50