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Al Ministero della Cultura con Marisa Margherita risuona la lingua italo-albanese, di Pino Nano

12/03/2024, 18:08 | Arte e Cultura
Carlo Parisi, Emanuele Merlino, Neria De Giovanni, Marisa Margherita, Pierfranco Bruni, Antonio Maria Masia e Valentina Piredda

Serata di grande intensità a Roma, nel palazzo del Collegio Romano che ospita il Ministero della Cultura, per la consegna del Premio Internazionale “Tacita Muta” per le minoranze linguistiche, ideato per la Giornata Unesco della Lingua Madre.

«Vi porto il saluto personale del ministro Gennaro Sangiuliano – ha esordito Emanuele Merlino, capo della Segreteria Tecnica del ministro della cultura – che ha offerto al pubblico presente nella Sala Spadolini una vera e propria lezione di storia albanese, dando sfoggio di una patrimonio culturale che è sempre più raro trovare in Grand Commis di Stato come lui».

Carlo Parisi, segretario generale della Figec Cisal, dal canto suo ha sottolineato che «tutelare le minoranze linguistiche significa rispettare e valorizzare le espressioni culturali delle nostre comunità secondo i dettami della Costituzione. Cultura, tradizioni, lingua, costumi, sono infatti espressioni di pluralismo che rappresentano una ricchezza per il nostro Paese perché è nel rispetto della diversità che si misura il grado di democrazia di un Paese».
Ammonendo che «le 12 minoranze linguistiche oggi riconosciute e tutelate dalla legge in Italia non devono essere semplicemente salvate dall’estinzione, ma valorizzate con concreti impegni», il segretario del nuovo sindacato dei giornalisti e degli operatori dell’informazione, della comunicazione, dell’arte e della cultura ha ricordato che il 2023 è stato l’anno del Turismo di ritorno, quello di «un’Italia fuori dall’Italia superiore all’Italia.

«La Figec Cisal – ha sottolineato Parisi, presente all’evento con i consiglieri nazionali Mario Nanni, Pino Nano e Santo Strati –, aborrisce il pensiero unico ed è impegnata nella difesa e nella valorizzazione della cultura in tutte le sue espressioni, in nome di un pluralismo che spesso nel nostro Paese si ferma ad una mera espressione di intenti».
Sulla «testimonianza reale di quanto valga ancora la nostra storia» si è soffermato Pierfranco Bruni (presidente della Commissione della Capitale Italiana Città del Libro del Ministero della Cultura) che ha lungamente motivato il Premio del 2024, alla sua sesta edizione, andato a Marisa Margherita per la cultura italo-albanese . Un Premio ideato da Neria De Giovanni che nel suo libro “Tacita Muta la dea del silenzio”, ha scoperto come l’Unesco abbia dedicato il 21 febbraio alla Giornata della Lingua Madre, le lingue “tagliate”, straordinaria coincidenza con la festa dell’antica Roma intitolata alla ninfa Tacita Muta cui Giove aveva tagliato la lingua.
Il premio è promosso dall’Associazione Internazionale Critici Letterari, dal Gremio dei sardi di Roma e dal Fondo VP Sardinia ed organizzato dall’Associazione Salpare.
Nel leggere la motivazione, Pierfranco Bruni di Marisa Margherita ha detto cose bellissime: «Originaria di San Marzano di San Giuseppe in provincia di Taranto, per i suoi studi innovativi e le pubblicazioni sulla cultura e sulla lingua italo-albanese nel significato della tutela e valorizzazione dell’etnia».

La giornalista Neria De Giovanni, presidente dell’Association Internationale Critiques Littéraries, ha ricordato che nelle edizioni precedenti sono stati premiati studiosi di varie minoranze Linguistiche.

Da Eva Martha Eckkrammer per le minoranze linguistiche caraibiche a Piero Marras per la lingua sarda, Silvia Piacentini e Caterina Fiorentini per la lingua friulana, Rut Bernardi per la minoranza della lingua ladina e Antonello Colledanchise per il catalano-algherese. Dietro a tutto questo si muove, infatti, la Giuria del Premio, da Neria De Giovanni (presidente) allo stesso Pierfranco Bruni, da Eva Martha Eckkrammer ( Rettora dell’Università di Treviri) ad Antonio Maria Masia (presidente del Gremio dei Sardi di Roma), a Valentina Piredda (Fondo Valentina Piredda – Sardinia).

 

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