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Nella trilogia di Elvia Franco, la poesia ineguagliabile di Dante, di Emilio Masina
Unico commento alla tre cantiche dantesche a firma femminile uscito nell'anno delle celebrazioni dei 700 anni
04/01/2022, 16:14 | Arte e CulturaDopo i Canti dell’Inferno, pubblicati nel giugno scorso, questa seconda fatica di Elvia Franco (“Dante, nostro contemporaneo. I canti del Purgatorio”, Nemapress Edizioni, euro 15,00) la conferma come lettrice appassionata e feconda del grande Poeta.
Una lettrice e commentatrice schietta e audace che non ha esitazioni né timidezze davanti all’ardua complessità del testo, come scrive Rossana Becarelli nella sua prefazione. La Maestra Elvia, dopo aver insegnato per trentacinque anni ai suoi bambini la bellezza della poesia dell’Iliade, dell’Odissea, di Ovidio e della Divina Commedia, prende per mano noi adulti disincantati aiutandoci a riscoprire, o a scoprire per la prima volta, la bellezza e l’attualità di Dante.
Perché Elvia è anche una studiosa di Filosofia (ha frequentato a lungo il gruppo Diotima di Filosofia femminile presso l’Università di Verona) e di Psicologia (disciplina in cui si è laureata a Padova). Ed è ricca di sensiblità e passione civile, come può vedere chiunque segua i suoi post giornalieri su Facebook Ha dunque tutte le competenze per autorizzarsi ad approfondire - e a semplificare - il testo dantesco. Elvia con la sua mirabile sintesi è come un Virgilio al femminile che si rivolge però a noi, anche se parla questa volta in prima persona, incarnandosi in Dante.
Ci aiuta a capire che il Purgatorio per il Poeta non è il luogo che il nostro immaginario dipinge come un mero parcheggio o transito in vista delle delizie del Paradiso; oppure una sorta di limbo dove non succede niente e dove le anime, che per usare un’espressione prosaica non sono né carne né pesce, soggiornano in stato di passività, in attesa del lasciapassare divino per ascendere al cielo. Tutt’altro: le anime faticano ancora per scontare le punizioni dei loro peccati, anche se molto più leggere di quelle dell’Inferno, pregano Dio per la loro sorte, soffrono per la loro condizione di esiliati, ripescati solo all’ultimo dall’Inferno grazie a una singola buona azione. E poi si fanno forza l’uno con l’altro, tremano alla vista del Serpente che ogni giorno cerca di prendere possesso dei luoghi e ogni giorno viene sconfitto da due angeli dalle spade fiammeggianti.
E ancora, esortano Dante a visitare i loro familiari, una volta tornato dal suo viaggio, per invitarli a pregare perché abbrevi il tempo del loro soggiorno - dato che Dio ascolta le loro preghiere, in particolare quelle dei bambini innocenti. Il Purgatorio è, dunque, un luogo intermedio, una zona di confine fra Inferno e Paradiso, uno spazio potenziale per dirla alla Winnicott, dove è possibile operare una profonda trasformazione, purificarsi dei propri peccati e sviluppare le risorse interiori che possono consentire di incontrare finalmente Dio. Sul monte regnano il dolore, la speranza e l’alba di un giorno che verrà. Grazie Elvia!
Nella foto: Elvia Franco