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I colori della Luce

Biennale internazionale d'arte. Un importante evento al Convento dei Padri Minimi di Grottaglie (Taranto)

03/10/2014, 11:39 | Arte e Cultura

Pittura, scultura, ceramica nella III Biennale Internazionale che ha come tema una sottolineatura prettamente zambraniana: “I colori della luce”. Gli artisti presenti intrecciano i vari Occidenti e le diversità degli Orienti. È curata da Mons.  Pietro Amato ed è allestita nello straordinario scenario del Convento di San Francesco di Paola di Grottaglie. Resterà aperta al pubblico sino al 16 novembre prossimo.

Perché i colori della luce. Il gioco ad incastro che si vive tra i diversi  artisti: da un "ulissismo" che percorre alcune sculture al  mondo turco con la presenza dell’aquila che rappresenta, il tutto, delle metafore negli incavi degli archetipi dell’arte. Artisti che provengono da  importanti Nazioni: Balgladesh, Brasile , Cile, Cina, Ecuador, Germania, Giappone, Italia, Paraguay, Romania, Russia, Turchia, Ungheria.

La Luce, dunque. Ma nell’arte la luce è una sacralità che dona all’artista il segno di una Grazia che non è soltanto quella della ricerca o della individuazione dell’oggetto che diventa soggetto o dello scavo in una focalizzazione esistenziale. È oltre. La Grazia è il dono e l’incontro tra la sacralità e il Sacro, è una percettibile visione dell’onirico.

Non si legge o non si avverte il Sacro soltanto perché la Mostra è allestita in un luogo di culto, qual è quello dei Padri Minimi, splendido edificio nello splendore tra il Convento, il Chiostro e la Chiesa, ma, sostanzialmente, perché l’arte in sé diventa sempre espressione di una profonda religiosità che si fa spiritualità.

Il laico nell’arte non ha consistenza, perché non è mai “ragione”. È sempre Illuminazione e in quanto tale si fa viaggio dentro l’anima degli artisti, degli uomini e, in modo particolare, dei popoli. L’arte è manifestazione di civiltà attraverso, in questo caso, l’interpretazione della tavolozza, della plasticità, della forma. Il legame che si evidenzia tra tutti gli artisti è un rapporto tutto metafisico tra lo spazio e la luce. Filtri di chiarori. È naturale che dietro lo sviluppo di questa Idea, giunta alla terza edizione, insiste un Progetto.

L’artista non è solo un “talento”, è anche un protagonista nella spiritualità dell’incontro tra senso ed orizzonte. L’articolazione di tutta la Mostra si regge sull’incontro. La luce permette l’incontro con il tempo ma soprattutto con lo spazio. Dagli oggetti si ricava il senso. Penso al  tema dello specchio. Dalla visione si recupera l’orizzonte. Penso a i colori del cielo.

Una interiorizzazione che si proietta nello sguardo del visitatore che diventa utente di un bene della cultura, ed essendo tale è sempre un bene della spiritualità dell’umanità.

Una grande Mostra in un grande viaggio tra i popoli.

Pierfranco Bruni

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