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Con “Andando via”, parlano le donne deleddiane , di Neria De Giovanni
22/07/2019, 16:10 | Arte e Cultura
Ho scritto quattordici libri sull’opera e sulla vita di Grazia Deledda, il quindicesimo in preparazione, addentrandomi nelle pieghe dei suoi racconti, interpretando le parole dei suoi personaggi, scrutandone le lettere.
Una grande emozione è stata per me scrivere per la prima volta dei testi che dovevano presentare al grande pubblico, al pubblico vivo del teatro, gli intrecci dei romanzi più famosi attraverso la voce diretta delle protagoniste.
Giuditta Sireus mi ha chiesto di elaborare un testo – sceneggiatura per lo spettacolo “Andando via” che corona il complesso progetto omonimo di omaggio a Maria Lai e Grazia Deledda e alle tessitrici della Sardegna.
Sono molto grata a Giuditta e riconoscente per avermi dato l’opportunità di scrivere sulle donne deleddiane unendo le emozioni e le sensazioni che hanno prodotto in me ad una sicura e pluridecennale conoscenza dell’opera intera.
Ecco così che mi trovo a dare voce agli amori, ai drammi, alle attese e speranze dei personaggi femminili di Grazia Deledda ricordati nell’ultima installazione che Maria Lai ha lasciato proprio davanti alla Chiesa della Solitudine di Nuoro dove adesso dorme la scrittrice.
Mi sono totalmente immersa nel mondo emotivo e narrativo delle donne deleddiane producendo sette monologhi, uno per ogni protagonista, e un dialogo a tre per le sorelle Pintor di “Canne al vento”. Rita Atzeri direttrice artistica della compagnia teatrale “Il crogiuolo” e coordinatrice teatrale dell’opera, ha scelto tra le attrici migliori in Sardegna attribuendo loro i vari ruoli: ecco così Maria Loi (Marianna Sirca del romanzo omonimo), Manuela Ragusa (Olì di “Cenere”), Maria Grazia Bodio, Isella Orchis e Gisella Vacca (rispettivamente Ruth, Ester e Noemi Pintor di “Canne al vento”), Monica Zuncheddu (Maria Noina di “La via del male”), Miana Merisi (Annesa di “L’edera”) e Carla Orrù (Maria Maddalena, di “La madre”).
Un’anteprima dello spettacolo è stata allestita a Samugheo in occasione dell’inaugurazione della Mostra “Tessingiu”.
Le musiche originali sono state interpretate dal musicista di fama internazionale Gavino Murgia e Raoul Moretti all’arpa elettronica, con interventi della danzatrice performer Claudia Tronci.
Forse il complimento più bello è stato quello di una sconosciuta spettatrice che avvicinandosi a me mi ha detto di essere commossa per le belle parole che Grazia Deledda è riuscita a scrivere per le sue protagoniste, tanto da far venir voglia di leggere per intero i suoi romanzi. Non ho avuto coraggio di rispondere a questa gentile signora che le parole dei personaggi femminili deleddiani non erano scritte da Grazia ma da me… . Un altro bellissimo complimento è venuto direttamente dalle attrici che mi hanno detto che il mio testo è decisamente teatrale, quindi perfettamente realizzabile sul palcoscenico.
Grazie anche Alessandra Ghiani , Ufficio stampa del progetto, che ha scritto dei miei testi originali: “innervati di vita e dolenti passioni, raccontano con rara profondità le donne di Grazia Deledda”.
Ogni attrice non soltanto ha rappresentato il monologo assegnatole, ma in qualche modo, ognuna ha costruito la sua propria scenografia, scegliendo abbigliamento, gestualità, presenza e mobilità scenica. Così Maria Noina di Monica Zuncheddu ha aperto la serie con una interpretazione austera che rispettava il personaggio superbo e arrogante deleddiano. Olì di Manuela Ragusa bene concretizzava la giovane sedotta e perduta che si riscatta nell’amore materno; Maria Maddalena , la madre del sacerdote, di Carla Orrù, entra in scena in un lutto amaro rivolgendosi inutilmente a Dio per salvare il proprio figlio. Le tre sorelle Pintor, Maria Grazia Bodio, Isella Orchis e Gisella Vacca, si presentano allacciate con la più anziana Ruth che evoca la propria morte, la devota Ester che spera in un futuro migliore per la sua casata e Noemi sorretta da entrambe le sorelle in un delirio amoroso per il nipote Giacinto. La Marianna Sirca di Maria Loi, è una furia selvaggia e indomita da vera amante del bandito Simone Sole. Annesa interpretata da Miana Merisi, con orgoglio seppur vecchia rifiuta l’appellativo di edera o peggio di serpente, in quanto tentatrice, rivendicando di essere soltanto una donna. Infine Rita Atzeri interpreta Cosima dando voce alla stessa Grazia Deledda, dagli innamoramenti giovanili al premio Nobel alla morte avvenuta a Roma nel 1936.
Le donne deleddiane escono, una per volta, a narrare la propria storia, da dietro una scenografia che è la riproduzione tessuta dell’opera di Maria Lai per la scrittrice nuorese.
Giuditta Sireus dopo aver letto in anteprima la mia sceneggiatura mi ha scritto: “Che testi pieni di passione e potenza. Mi sono commossa ed emozionata. Solo tu che conosci così bene queste donne, potevi raccontarle in questo modo”.
Spero che tutti gli spettatori che hanno visto e che vedranno lo spettacolo, la pensino così.