Sei in: News » Arte e Cultura » “Per pura gioia d’amore”, la Chiara d’Assisi di Dacia Maraini
“Per pura gioia d’amore”, la Chiara d’Assisi di Dacia Maraini
Un libro che si addentra in un medioevo illuminato oltre i luoghi comuni, affrontato con coraggio nel nome della santità di una donna.
09/09/2014, 13:27 | Arte e CulturaDacia Maraini ci ha abituato in lunghi anni di felice letteratura a conoscere attraverso la sua penna, donne e secoli diversi, con “Chiara di Assisi, elogio della disobbedienza” si addentra in un medioevo illuminato oltre i luoghi comuni, affrontato con coraggio nel nome della santità. Della santità di una donna, appunto.
Ma perché “elogio della disobbedienza”?
Certamente la Maraini non poteva darci un testo agiografico e questo sottotitolo ci mette sull’avviso forse di ciò che maggiormente ha affascinato ed attratto la scrittrice tra i tanti meriti e misteri che circondano la santa d’Assisi.
Disobbedienza quella di Chiara, come quella di Francesco, ma con una aggravante, perché proveniva da una donna, schiacciata dai doveri di sottomissione e obbedienza, di silenzio e servitù.
Per raccontare la vita di Chiara d’Assisi la Maraini ha scelto una modalità letteraria consona alla sensibilità e scrittura femminile, anzi direi che è proprio all’origine della scrittura delle donne: l’epistolario e il diario. Due modalità intime e private in cui le donne, almeno quelle che sapevano scrivere, trovarono la prima “naturale” espressività. La lettera è un espediente narrativo già utilizzato dalla Maraini, ricordo per tutti “Lettere a Marina”.
E poi, altra modalità già praticata da Dacia Maraini, il testo è una lunga confessione di lavoro in progress, un dire continuamente “io” e unire le proprie ragioni di intellettuale e di donna intrecciate in ciò che sotto gli occhi del lettore si sta formando fino a diventare il libro che la scrittrice consegna all’editore.
E scrivo intenzionalmente scrittrice perché è così che le si indirizza Chiara Mandalà, studentessa siciliana, che sostituisce l’email alla posta tradizionale in questo scambio di lettere in cui la Maraini è “Cara scrittrice” e la studentessa “Cara Chiara”.
Chiara sfida la scrittrice ad approfondire la vita della Santa di cui lei porta il nome, a carpirne il segreto e così aiutare la giovane siciliana a motivare il senso della sua anoressia.E’ questo il meccanismo narrativo che dà l’avvio alla ricerca. Poi Chiara scompare dalle email della scrittrice e l’io narrante si trova sola a ragionare intorno a Chiara, a leggere le testimonianze coeve, a rivedere l’orizzonte culturale misogino dei Padri della Chiesa nel quale si inserisce la “disobbedienza” di Chiara.
Sono pagine, quelle centrali del romanzo, in cui la Maraini ritrova tutta la forza della sua formazione femminista con riferimenti bibliografici e di vita che appartengono a molte di noi.
Come successo per Marianna Ucrìa, Dacia Maraini si è “impaesata” anche nell’epoca di Chiara, ne ha studiato e spiato ogni motivazione e respiro, restituendo un corpo alla santità spesso rappresentata fuori del quotidiano. Ed invece la Chiara d’Assisi di Dacia Maraini vive tra piccoli miracoli, ricopre il corpo dolorante e miracoloso, sente odori e dolori.
Mi rimase molto impressa la scena del parto di Marianna Ucrìa raccontata soprattutto attraverso l’odore del sangue che credo nessun scrittore abbia utilizzato per rappresentare un tale evento. Anche in questo ultimo lavoro, la Maraini ha delle scene indimenticabili proprio riguardanti l’olfatto; l’odore del disfacimento e della malattia delle vecchie suore trasformato in profumo dall’azione caritatevole e misericordiosa di Chiara; l’odore del vomito dell’anoressica Chiara che racconta la malattia in maniera più forte di qualunque descrizione.
Ritorna anche in questo libro l’attenzione della Maraini per il corpo femminile, martoriato, umiliato, conteso, schiacciato sotto un coito non voluto o tormentato dalle malattie e dalla sporcizia. Come non ricordare la sua “Isolina, la donna tagliata a pezzi”?
Anche io mi sono occupata di Alto medioevo e di santità, con il mio libro su “Ildegarda di Bingen, la donna la monaca e la santa”. Conosco dall’interno la difficoltà di capire, come donna e intellettuale, le ragioni di un’altra donna che si fa monaca, che sceglie la clausura…
“Tra le migliori opere della Maraini” è presentato così in copertina; ma certamente "Chiara d’ Assisi , elogio della disobbedienza” ripropone al centro della nostra narrativa una scrittrice che ha ancora tanto da dire . E da sorprenderci.