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Pietro Grasso ospite in Albania con "Lezioni di Mafia"

"Morire per Mafia" e "Lezioni di Mafia" tradotti in albanese: "Non abbassate mai la guardia"

15/05/2014, 18:44 | Arte e Cultura

La cultura non ha confini e’ l’espressione più giusta in un mondo che oltre alla cultura stessa presenta anche forme di comunicazione. La cultura vuole dire conoscere l’un l’altro e fare scambi che comprendono vasti campi dell’anima. La cultura è l’anima di un popolo che crea nel bene e nel male. L’Italia, questa nostra vicina  e questa nostra amica di sempre, non può non dare un grande esempio di civiltà, non può non far conoscere la sua immensa cultura al mondo. E’ il suo diritto, ma per di più il suo obbligo, di un paese che ha la responsabilità di diffondere il suo patrimonio, che non è soltanto suo, ma è di tutta l’umanità.
Sono numerosi gli eventi organizzati in Albania in tutti questi anni dopo il 1990, ci si arricchisce di esperienze collaborando in ogni periodo, e abbiamo avuto l’onore di ospitare testimonianze splendide a dimostrarlo: dalla cinematografia alla letteratura, dall’arte nel senso più ampio della parola, alla architettura.
Quest’ anno 2013-2014 ci sono gli scambi culturali. Abbiamo avuto ospiti illustri quali il filosofo e scrittore Claudio Magris, Il presidente Napolitano e in ultimo il presidente del Senato Pietro Grasso.  Gli ultimi due non soltanto in veste politica, ma anche come portatori di una altra cultura.
Nella sala dell’IIC in Tirana, in piazza Scanderbeg, l’incontro con Pietro Grasso, autore  di due libri molto interessanti “Morire per Mafia” e “Lezioni di Mafia”,  occasione unica di un aiuto a livello personale e istituzionale sulla giustizia e come gestirla durante la transizione in Albania, dopo la caduta del regime. Due libri importanti sulla legalità e giustizia non sono pochi, se esiste veramente la buona volontà’ di affrettarsi per riprendere l’ultimo treno o fare passi sicuri. Non c’e’ più tempo da perdere, perchè l’Europa fra un mese deve decidere: accettare o bocciare ancora una volta l’Albania come Stato candidate. Chi vuole ascoltare queste campane, le deve ascoltare per forza, altrimenti rischiamo di non salire mai su quel treno.
Viviamo in un mondo dove il relativismo anche se a volte negato, fa da padrone, ma ciò non ci deve condizionare la vita.  Se ricordiamo bene la Sacra scrittura ed il nome di Pietro c’è tutta una lezione da imparare. E il destino lo ha portato proprio nel momento giusto, dicendoci che la giustizia va costruita su questa straordinaria esperienza di Pietro Grasso.
Il giornalista Carlo Bollino per primo parla della esperienza di Grasso, percorrendo le fasi salienti della sua carriera e poi si ferma sui libri da lui scritti.
Il presidente ha voluto esprimere la sua felicità di essere a Tirana per la prima volta non soltanto come carica istituzionale, ma anche per la presentazione dei suoi libri. E’  sorpreso per questo bel regalo albanese, perchè non avrebbe mai pensato che ci sarebbe stato interesse per i suoi libri nel Paese delle Aquile, e soprattutto da parte di una casa editrice albanese che ha tradotto e pubblicato i suoi libri. In Albania la lingua italiana è di casa, la tv e lo studio da parte di molti giovani permettono di leggere e parlare direttamente in italiano, ma quando viene in lingua del paese ospitante, la gioia e’ molto più grande, perchè li possono leggere anche quelli che non conoscono bene l’italiano. Un amico va onorato in tutto e per tutto. Poi vedendo i suoi libri tra le mani ci si accorge di una altra sorpresa editoriale, perchè la casa editrice ha pensato bene di fare sulla copertina del libro  un buco che perfora tutto il libro. All’inizio si ha la sensazione che magari è un problema del stampa, ma poi i rappresentanti della casa editrice hanno spiegato che è un simbolo di tutte le vite spezzate dai proiettili sparati dalle mafie. 
Pietro Grasso parla sul primo libro che e’ un’intervista del 2009, ma c’e’ dentro la sua autobiografia e la cosa più importante della vita che è la famiglia.
“La vita si cambia – ha detto Grasso - quando fai il processo del secolo sulla mafia, un lavoro cominciato  prima dal giudice Falcone e Borsellino. Non era per niente facile e semplice portare avanti un lavoro che portava dietro il peso del loro sacrificio”. La loro storia ha commosso tutto il mondo quando nel secolo scorso morivano per mano della mafia, uno dopo l’altro gli artefici del maxiprocesso, quando la forza della Mafia ha scosso le fondamenta dello stato democratico. Veniva colpito così il pilastro della giustizia sociale, la vita stessa dei cittadini devoti e impegnati a rendere la giustizia per tutti, come dice la massima scritta in ogni aula del tribunal: La giustizia e’ uguale per tutti.
Grasso si ferma sui ricordi del processo: “Era impressionante che in una sala bunker, costruita in tempi record, si trovava dietro le sbarre la mafia”. Faceva paura una macchina gigantesca nella fantasia dei comuni mortali, ma anche nelle strutture della giustizia. Affrontarla era ed e’ compito di ogni stato, di ogni giudice pur sapendo che potrebbero correre molti rischi.
“Sulla mafia c’erano varie teorie ma mai un nome preciso, oggi si conoscono vari nomi, ma è merito di Falcone che assieme a molti altri giudici coraggiosi ci ha aperto il sentiero. Il crimine non era un fenomeno normale. Grandi pensatori lo consideravano un fenomeno umano che prima o poi finirà, ma non bastano la polizia e la magistratura, ma non basta soltanto l’intera struttura”.
Continuando il suo discorso sul volto nuovo, il presidente ha detto che la mafia è oramai un fenomeno economico, sociale e politico. In questa crisi la mafia entra in economia tramite molte vie, perciò è nostro dovere di conoscerla bene e profondamente, perchè la mafia tenta di essere ed e’ invisibile. In quanto organizzazione criminale e spietata la mafia usa la vita degli altri, la capacità di cercare di avere rapporti con la politica.
Sul secondo libro, “Lezioni di mafia”, il presidente ha voluto scherzare sul titolo, perchè nella mente di ogni uomo spunta la domanda legittima: il libro e’ un metodo che ti fa diventare Mafioso?  Mafioso non si nasce, lo si diventa, specialmente quando la società non e’ in grado di garantire a tutti una vita dignitosa. Il mondo va cambiato, ma prima bisogna cambiare la mentalità di chi governa. Gli ideali del presidente Grasso – conclude lui - sono : la legalità, la giustizia e la libertà’. Non abbassate mai la guardia!
L’incontro con Pietro Grasso è stato memorabile perché oltre ad aver ascoltato le parole di un grande uomo di giustizia, ho avuto la fortuna di regalargli il mio libro di poesie dal titolo “Immagini di vita sussurrate” e di scattare un selfie con il presidente. Da noi si dice La fortuna non bussa mai due volte.
 

Arjan Kallco

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