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I PREGIUDIZI CONTRO UNA RAGAZZA CHE SCRIVE

“Molti credono che io non sappia altro che scrivere… e invece! Io so e mi vanto di sapere tutto ciò che sanno le donne di casa…”

04/01/2016, 17:18
Grazia Deledda

Come è noto a molti dei miei lettori e certamente ai tantissimi di Grazia Deledda, la nostra scrittrice a poco più di vent’anni ebbe la visita, a Nuoro, del giornalista Stanis Manca, inviato dal giornale romano “La Tribuna” per intervistare Grazia di cui si parlava nella Capitale, anche in seguito alle sue novelle pubblicate su “L’ultima modo” antenato delle riviste femminile d’oggi.

Il colpo di fulmine verso il “biondo e grasso” giornalista fu immediato. Grazia iniziò a scrivergli lettere di fuoco in cu manifestava tutta la sua passione e l’attesa di essere magari a Roma per frequentare l’adorato ed agognato mondo letterario che la stava accogliendo ma dal quale, per ragioni geografiche, si sentiva ancora esclusa.
Si sa come andò a finire. Stanis pubblicò un articolo in cui raccontò il suo incontro con la Deledda: scrisse che quando la vide, le sembrò quasi  una nana. E sì che Grazia era alta m.1,54 ma l’epiteto fu davvero troppo  oltraggioso.

La Deledda lo ricorderà con dolore e giusto risentimento, ad Epaminonda Provaglio, il direttore de “L’ultima moda” che, dirigendo un giornale per signorine, aveva assunto lo pseudonimo di Contessa Elda di Montedoro.
A lui/lei la Deledda confidò,  tra donne, la sua pena.

Per dimenticare Stanis, la Deledda adotta un metodo vecchio come il mondo, il classico chiodo scaccia chiodo. Volle innamorarsi, così scrive, “volle” innamorarsi di Andrea Pirodda, un maestro gallurese con  velleità letterarie. Anche di questa relazione ,tra il 1892 e il 1893, sappiamo attraverso le lettere di Grazia ad Andrea. Gli scrive di amarlo con un tono così enfatico che sembrerebbe più per auto convincersene…

Infatti quando dopo ricorderà di avere raffreddato i rapporti fino ala rottura, dirà di averlo fatto perché sposando lui avrebbe rischiato di rimanere chiusa in Sardegna, cosa che le sembrava insopportabilmente opprimente!

Ma durante il breve periodo di innamoramento “forzato”, Grazia avrà modo  di lamentarsi con lui per il discredito che le deriva dal suo essere scrittrice già ufficialmente riconosciuta: la gente crede che una ragazza che scrive non sappia occuparsi  della casa, o fare i lavori donneschi cosa invece in cui Grazia dice di eccellere. D’altronde anche quando fu a Roma nella sua casa da sposata, lavorava regolarmente alle sue opere,  mentre di pomeriggio tutti,, marito e figli, dovevano fare silenzio perché :” la mamma scrive…”:
Eppure al mattino era  lei che si occupava del pranzo.

Ecco nella lunga lettera ad Andrea Pirodda, datata Nuoro, 10 dicembre 1892:
Mi facevi un torto credendo che io non sapessi lavorare di ricamo. E perché? Perché scrivo? Molti credono che io non sappia altro che scrivere… e invece! Io so e mi vanto di sapere tutto ciò che sanno le donne di casa, anzi lavoro meglio delle altre perché nei lavori donneschi, come sarebbe nei ricami  e nei pizzi e in tutti i piccoli gingilli dietro cui le donne passano il tempo, io  ci metto l’arte ed il gusto che esse non conoscono”.

Neria De Giovanni
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