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Blanca Busquets, la scrittrice dei destini incrociati

Ancora una storia ambientata nella sua Barcellona, ancora un’altalena di epoche e personaggi che si incrociano, le cui esistenze si intrecciano

30/10/2014, 10:45 | Arte e Cultura

Dopo il successo anche italiano de “L’ultima neve di primavera”, romanzo che ha vinto nel 2011 il premio Llibreter, il più prestigioso della Catalogna, Blanca Busquets ritorna nelle nostre librerie con “La vita in ogni respiro”(Piemme).

Ancora una storia ambientata nella sua Barcellona, ancora un’altalena di epoche e personaggi che si incrociano, le cui esistenze si intrecciano sotto gli occhi del lettore che ne scopre, piano piano, i segreti, le passioni, il destino. E il termine destino ricorre spesso soprattutto nella seconda parte del romanzo quando si capisce il filo conduttore che unisce la vita dei personaggi:  la musica, un violino prezioso in questo “La vita in ogni respiro” come un quadro ne “L’ultima neve di primavera”.

Blanca Busquets affida ad un oggetto esterno la responsabilità di collegare persone apparentemente distanti, per famiglia, ceto sociale, epoca. Ma la passione che l’oggetto concretizza, la musica per il violino e la pittura per il quadro, è più forte di ogni ostacolo, di ogni contrarietà.

Il romanzo è costruito con il punto di vista dei personaggi, di volta in volta, Maria, Teresa, Anna, Mark, che raccontano la stessa vicenda, in una sorta di diario intrecciato. Così si compone il puzzle della storia come nella vita dove non c’è mai un’unica verità ma lo stesso episodio assume connotati diversi a seconda del diverso punto di vista del personaggio che lo vive. E lo racconta.

Un prezioso violino del 1600 gettato per errore tra i rifiuti diventa il magico legame tra Maria e il sig.Karl, tra Teresa che bambina lo trova nella discarica e la nevrotica Anna, tra il padre e il figlio Mark. Su tutti la musica di Bach e quel concerto per due violini che suggella il romanzo. Non voglio raccontare di più dell’intreccio perchè una delle doti essenziali della scrittura di Blanca Busquets , la sua letterarietà, consiste proprio nella capacità di fare emergere la storia, le storie, dall’incrocio tra i diversi punti di vista, la vita raccontata dai diversi personaggi.

Forse la traduzione letterale del titolo catalano, La casa del silenzio, sarebbe stata più appropriata per siglare un romanzo costruito sulla musica e il suo “contenitore”, il silenzio appunto.

La psicologia dei personaggi è scontornata mirabilmente su un quadro storico, la guerra fredda tra Est e Ovest, e ambientale, l’amata Barcellona e Berlino.
Su tutto la sensibilità e acutezza di Blanca Busquets che riesce a tracciare profili femminili credibili e profondamente veri.

Per questo il libro è fortemente empatico. Per questo Blanca Busquets è una grande scrittrice.

Neria De Giovanni
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